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Finocchiaro si dimette da presidente di Agsm Verona (l'infungibile leggerezza dell'essere)

A breve distanza dall'annunciata fusione con Aim Vicenza, arrivano le dimissioni dell'ormai ex presidente di Agsm Verona, la principale azienda partecipata del Comune scaligero

Agsm è l'azienda partecipata più importante del Comune di Verona. Da ieri, mercoledì 5 agosto, il suo presidente Daniele Finocchiaro si è ufficialmente dimesso al termine dell'ultimo Cda. Lo ha fatto inviando una lettera al sindaco di Verona Federico Sboarina, il quale lo ha poi ringraziato in un'intervista (e già è significativo non vi siano state comunicazioni ufficiali né da parte di Agsm, né da parte del Comune) per il lavoro svolto, spiegando che in fondo era tutto già previsto nel mandato "tecnico" che il primo cittadino avrebbe in origine assegnato a Finocchiaro, esaurito il quale le dimissioni sarebbero oggi un semplice atto frutto di accordi precedenti. Insomma, nessuna "tempesta d'agosto", nessuno "scossone" in Agsm, nulla a che vedere con il progetto secondo alcuni naufragato, secondo altri ancora troppo vivo, di fusione tra Agsm ed A2A che, non lo ha mai nascosto, l'ex presidente Finocchiaro vedeva quale strategia imprescindibile al rafforzamento sul mercato della principale azienda partecipata di Verona.

Tout va bien in quel di Verona, tutto andava bene anche quando il presidente Daniele Finocchiaro si era astenuto dal voto nel Cda che sanciva il progetto di aggregazione con la multiutility di Vicenza Aim. Un'astensione, era stato spiegato al tempo a chi pensava che ci fossero dei malumori, semplicemente orientata a «mantenere alta l'attenzione sul percorso fatto». Eppure, in quell'occasione la nota ufficiale del presidente, ormai ex, Daniele Finocchiaro, qualche nube all'orizzonte l'aveva lasciata intuire: «La storica fusione con Vicenza inseguita da 13 anni, - aveva ribadito nella circostanza Daniele Finocchiaro - rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire il futuro delle due aziende. Il mio ruolo tecnico mi impone di ribadire con forza il percorso e il lavoro di un anno ovvero la necessità di trovare un partner strategico e industriale per gli investimenti». Condizione necessaria, ma non sufficiente: Daniele Finocchiaro se ne va da gran signore, scivola via sulla lastra di ghiaccio che avrebbe dovuto farlo capitombolare con l'eleganza e la leggerezza di un Roberto Bolle, ma ciò non toglie che i messaggi politici li abbia nel frattempo spediti a tutti "forte e chiaro".

Gli esponenti politici locali ora iniziano a prendere posizione, chi rivendicando meriti e chi evidenziando lo sconquasso in atto, a cominciare dall'ex-ex presidente di Agsm Michele Croce, da sempre contrario al progetto di fusione coi milanesi "brutti e cattivi" che avrebbero scippato a Verona il gioiello di famiglia: «La vendita di Agsm alla milanese A2A non avrebbe portato alcun vantaggio per Verona ed è stata tentata violando le norme di legge sulle gare europee. - ricordano oggi gli avvocati Michele Croce e Gian Paolo Sardos Albertini in una nota ufficiale - Ciò lo abbiamo dimostrato addirittura intervenendo e vincendo un ricorso cautelare proprio contro A2A. Siamo stati costretti a formalizzare nei confronti del dott. Finocchiaro e del sindaco di Verona esposti e denunce, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti ed all’ANAC, oltre che diffide dal proseguire l’illecito percorso di fusione, l’ultima delle quali proprio poche ore fa, il 4 agosto. Per tutti questi motivi, nella qualità di cittadini di Verona e, quindi, di azionisti di Agsm, prima ancora di past president di questa gloriosa società, accogliamo le dimissioni del dott. Finocchiaro come atto dovuto e finale di una gestione arbitraria e contra legem, che la giustizia non tarderà in ogni caso a certificare. La città di Verona ha scampato un gravissimo pericolo». 

C'è poi anche chi in città vede nelle dimissioni di Daniele Finocchiaro da presidente di Agsm «l'ennesima sconfitta per Sboarina che si dimostra ancora una volta incapace di dare una direzione precisa ad Agsm. L’alternarsi di due presidenti di Agsm in tre anni rappresenta un record imbarazzante per questa amministrazione, incapace e dilaniata da scontri interni, interessata solo a logiche di potere». Così si esprime infatti in una nota il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari che poi aggiunge: «La Lega infatti, principale responsabile, punta alla stallo chiedendo di fermarsi all’aggregazione con Aim Vicenza, noi invece, come Traguardi, offriamo con la nostra mozione uno scenario opposto: continuare con i percorsi di aggregazione con logiche trasparenti e di mercato, con una visione industriale a lungo termine. La totale incapacità gestionale, vittima di una lotta fratricida tra i partiti della maggioranza, reca invece grande danno alla città e rende evidente l'inadeguatezza dell'attuale maggioranza. Finocchiaro nella sua lettera dichiara che ora la politica deve battere un colpo: noi le idee le abbiamo chiare - conclude infine il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari - e le abbiamo scritte nero su bianco: proseguire con meccanismi di aggregazione, procedure trasparenti e competitive e taglio dei Cda». 

Anche l'esponente di Italia Viva, già candidata a sindaco di Verona ed oggi ricandidata alle prossime elezioni regionali, Orietta Salemi ha voluto commentare polemicamente le dimissioni dell'ex presidente di Agsm Verona: «Le dimissioni di Finocchiaro rappresentano l'ennesimo atto di una città ormai votata alla paralisi di iniziative e un’opportunità persa a causa di veti e controveti che rispondono solo a logiche provincialiste. Se la politica abdica al suo ruolo, - afferma sempre Orietta Salemi - non c'è crescita e sviluppo, non c'è futuro. La politica è responsabilità e coraggio: questa amministrazione, assodata la correttezza di una procedura, doveva uscire dalla miopia di una non scelta, ma "il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare", come diceva Manzoni, così i professionisti se ne vanno e la città è sempre più povera». Eppure, tout va bien in quel di Verona, si, un jour, il a disparu, c'est qu'il est devenu millionnaire, perché in fondo anche oggi la città dell'amore riscopre l'eterna verità che le viene dalla grande letteratura: il suo non era un dramma della pesantezza, ma della leggerezza, e verrebbe da dire, l'infungibile leggerezza dell'essere.

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