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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Borgo Trento / Via Goffredo Mameli

Progetto filobus, la spina di via Mameli punge l'assessore Luca Zanotto

Per fare spazio al nuovo mezzo pubblico, la strada perderà due delle attuali quattro corsie e tanti parcheggi. E le opposizioni attaccano: "Le criticità erano nota, ora è il momento delle scelte"

Continua la lunga e difficoltosa gestazione del filobus di Verona, una gestazione attualmente ferma. La nuova spina che ha punto l'assessore al traffico Luca Zanotto è il dimezzamento di via Mameli, che perderebbe due delle attuali quattro corsie per far spazio al nuovo mezzo di trasporto. Oltre alle corsie però si perderebbero file di parcheggi. Ma questo è solo uno dei problemi.

In assenza di riordino complessivo della mobilità pubblica, il filobus è destinato a creare pure un'insensata cesoia tra i quartieri a nord di via Mameli, come Quinzano e Avesa, e tutto ciò che si trova a Sud - dichiara il consigliere comunale PD Elisa La Paglia - Dal momento che il mezzo correrà sulle corsie centrali e in percorso protetto sarà praticamente inibita la svolta a sinistra delle auto che proverranno da Parona e Saval per raggiungere i servizi che si trovano a Nord. Allo stesso modo la zona residenziale verso il fiume sarà praticamente inaccessibile a chi proverrà dall'ospedale. Questa prospettiva di disordine viabilistico è figlia dell'approssimazione con la quale è stato trattato finora il progetto. Mancando studi del traffico aggiornati, non siamo nelle condizioni di quantificare il traffico che dalle auto si dovrebbe spostare sul trasporto pubblico. I parcheggi scambiatori vanno fatti a nord di Parona per evitare l'ingresso in città dei veicoli provenienti dalla Valpolicella e far risparmiare tempo prezioso ai pendolari. Non disponendo di un piano di integrazione tra filobus e bus di linea, non si sa ancora come collegare i quartieri Nord che rischiano di essere tagliati fuori. Si farà inoltre sentire l’errore strategico di non aver previsto alcuna tratta di filobus nel popoloso quartiere di Borgo Milano. Siamo dunque giunti al momento delle scelte, che necessariamente dovranno essere coraggiose: cominciare dallo studio del traffico, proporre al Cipe la modifica di alcuni percorsi, lavorare al prolungamento del filobus verso Borgo Milano e i centri esterni alla città e alla sua integrazione con una metropolitana di superficie che sfrutti le stazioni ferroviarie dismesse, perché il filobus, così come è stato progettato, da solo non è in grado di fare la differenza.

Più politico invece l'intervento polemico del consigliere comunale Michele Bertucco.

Restiamo stupefatti del disorientamento che l'assessore Zanotto mostra sul filobus: non basterebbe chiedere consiglio a Enrico Corsi, che l’opera aveva inaugurato il 31 gennaio 2015? Zanotto non era parte di quella stessa maggioranza che ci tacciava di essere dei disfattisti quando ponevamo le questioni del sottopasso di Città di Nimes, di quello di via San Paolo, dei parcheggi scambiatori che mancano, dei nodi irrisolti di via Mameli e di via Pisano, dei costi destinati a lievitare, della necessità della deroga per mezzi da 24 metri, delle scelte viabilistiche che mancavano allora e che mancano tuttora? Come con Tosi avevamo sostenuto che non era credibile l'intento di recuperare in pochi mesi ciò che non era stato fatto in 10 anni, ora diciamo che la nuova giunta, che in gran parte è ancora quella vecchia, non può far finta di scoprire le criticità del filobus. L'analisi ormai è nota, ora servono risposte.

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