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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

L'infermiera arrestata è "non colpevole", fino a prova contraria. Ma su Facebook il processo è già stato fatto: invasa dagli haters la bacheca

Presa d'assalto dai cosiddetti "internet haters" (odiatori del web) la bacheca Facebook dell'infermiera accusata di aver somministrato a un neonato della morfina senza prescrizione

Quando gioca la Nazionale di calcio diventiamo tutti Ct, quando c'è un processo improvvisamente tutti ci scopriamo Giudici. Eppure nessuno di noi ha mai vinto i Mondiali, o magari aperto il Codice Penale per dargli una letta anche solo di sfuggita. Esiste un principio giuridico, valido in diversi Stati tra i quali l'Italia e garantito da un articolo della nostra Costituzione, che prevede la "presunzione di innocenza" di qualunque imputato, il quale è considerato "non colpevole" sino a che non sia stato provato il contrario.

Questo stesso articolo della Costituzione (27, comma 2) prosegue poi spiegando che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte". È sufficiente scorrere rapidamente la lunga lista di innumerevoli commenti postati dai più svariati utenti di ogni genere ed età sul profilo Facebook dell'infermiera accusata di aver somministrato a un neonato della morfina senza prescrizione, per rendersi conto di quanto i principi che dovrebbero regolare la nostra società vengano con estrema facilità, non solo traditi, ma pubblicamente sconfessati, ripudiati, là dove non schifati e calpestati in nome di un'affannosa ansia di "Giustizia".

Maria Teresa scrive: "Sei una grandissima figlia di...spero che un giorno capiti ai tuoi figli, vai a zappare zocc...". Patrizia invece scrive: "Brutta schifosa devi crepare maledetta!! Con quello che hai fatto la galera a vita!!!", aggiungendo anche delle espressive faccine rosse di rabbia. Claudia è anche lei certa della colpevolezza dell'imputata e commenta così: "Maledetta!!! Ci vuole una tortura per questa donna di m...!". Anna si limita a un semplice e lapidario "Demonio" ed è sulla sua stessa lunghezza d'onda anche Giuseppe: "Donna demoniaca va trattata con cura isolamento a vita (sic) in un penitenziario cella al buio lasciata a pane ed acqua non ce (sic) di peggio che tenerla in vita a lungo buttando le chiavi della cella".

Sul profilo Facebook dell'imputata vi è anche chi commenta pacatamente difendendo i principi del "garantismo", oppure attaccando virulentemente i commentatori più intransigenti e volgari. Un teatrino dell'osceno dove tutto, ma davvero tutto, è però al centro della scena, dove chiunque può ergersi a Giudice senza processo, dove le parole sguazzano senza sosta nei fiumi dell'odio, libere di rivendicare un'arcaica forma di "Giustizia immediata" predicando violenze e augurando sofferenze. Che tutto ciò sia grave è fuor di dubbio, e il rischio maggiore, purtroppo, è ovviamente quello di sviluppare una pericolosa forma di abitudine assuefatta a spettacoli così scadenti da meritare la chiusura anticipata del sipario.

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