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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Falsi alimenti italiani diretti a Verona: 5 tonnellate di pancetta bloccate dai Nas

Nella mattina del 7 settembre, un gruppo di agricoltori veronesi si è radunato al Brennero per affiancare i Nas e le forze dell'ordine nell'ispezione dei camion che attraversano il confine con l'Austria

Un gruppo di agricoltori veronesi, nella mattina di lunedì 7 settembre, ha deciso di affiancare i Nas e le forze dell'ordine nell'ispezione dei camion che attraversano il Brennero e arrivano in Italia. Lo scopo, la lotta all'ingresso di cibi falsamente etichettati come Made in Italy, ma in realta prodotti all'estero. Tuttavia, si tratta di una procedura ingannevole, ma non illegale, in quanto la legge permette di apporre il marchio italiano su prodotti elaborati in Italia, ma provenienti dall'estero.

Come riferisce L'Arena, il "bottino" del 7 settembre è stato il blocco di 5 tonnellate di pancetta priva di identificazione e diretta a un'azienda di salumi veronese. La mancanza del marchio identificativo indelebile e i dubbi sulle condizioni di conservazione hanno indotto i carabinieri dei Nas a mettere sotto vincolo il carico del camion. Sempre nella stessa giornata, è stato trovato un carico di formaggi provenienti dalla Germania e diretti a Nogarole Rocca, luogo in cui probabilmente verranno trasformati in "formaggio italiano". Anche l'8 settembre, come riporta L'Arena, sono stati individuati dei prodotti sulla strada per diventare "italiani", come dello yogurt "Valgardena", prodotto in Germania e diretto a Verona. Nella mattina di martedì, al Brennero, sono arrivati anche il sindaco di Verona e il ministro all'Agricoltura, Maurizio Martina.

Accanto agli agricoltori veronesi, lunedì erano presenti il presidente di Coldiretti Verona Claudio Valente e il direttore Giuseppe Ruffini. Su L'Arena, Valente commenta così il problema dei prodotti che non sono al 100% italiani, ma possono essere spacciati per tali: "La mancanza di un'etichetta trasparente che indichi la provenienza dei prodotti, alimenta il falso made in Italy e penalizza sia i consumatori che i produttori. I primi non hanno la possibilità di scegliere in modo consapevole i prodotti, mentre le aziende sono costrette a chiudere. L'invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi, e poi alla delocalizzazione delle attività produttive".

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