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Cronaca Garda / Lungo Lago Europa

22enne annegato nelle acque del Garda: un malore l'ipotesi più probabile

La salma di Dosso Megoro, morto mercoledì pomeriggio tra Bardolino e Garda, si trova ora all'istituto di medicina legale a disposizione del magistrato: il giovane si è tuffato dalla canoa senza più riuscire a riemergere

Lavorava come animatore al camping La Rocca Dosso Megoro, il 22enne di origini ivoriane, ma di nazionalità italiana, che nel pomeriggio di mercoledì ha trovato la morte nelle acque del Garda. 
Lo sfortunato giovane si trovava sulle sponde del lago insieme ad alcuni amici e con loro aveva deciso di farsi un giro in canoa. In prossimità della spiaggia La Cavalla, intorno alle 16.30, il 22enne ha deciso di lasciare l'imbarcazione sulla quale si trovava con un'altra persona e di raggiungere la costa a nuoto, ma non appena si è immerso in acqua ha iniziato ad annaspare, venendo subito inghiottito. L'allarme è scattato immediatamente e sulle sua tracce si sono messi la Guardia costiera, il 118 e i vigili del fuoco, che hanno fatto arrivare i sommozzatori di Bologna. Le ricerche sono durate alcune ore, con la speranza di trovarlo vivo che si affievoliva sempre più man mano che trascorreva il tempo, fino a quando, dopo le 19, il corpo non è stato ripescato a qualche decina di metri dalla riva, nel territorio di Bardolino, poco distante dall'incubatoio ittico. 
Disperati gli amici, che fino all'ultimo avevano sperato di riaverlo con loro, e i colleghi accorsi sul posto. La salma è stata quindi trasportata all'istituto di medicina legale, a disposizione del magistrato che potrebbe richiederne l'autopsia. 

Difficile stabilire cosa abbia provocato l'annegamento del giovane, forse un malore dovuto allo sbalzo termico tra la temperatura dell'acqua del lago e quella esterna. Gli altri che insieme a lui avevano deciso di fare una gita in canoa sono rientrati tutti sani e salvi, ma non hanno potuto fare altro che assistere impotenti alle operazioni di recupero. 

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