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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Discriminata da un festival veronese. È stata ufficialmente invitata al Mei

Dora, la 15enne esclusa dal Canta Verona perché "non italiana di fatto", ha ricevuto la solidarietà del Meeting delle etichette indipendenti che le ha chiesto di esibirsi a Faenza

Il caso di Dora Barnes Arthur ha superato le barriere della cronaca locale ed è presto diventato un caso nazionale. Ha fatto scalpore la storia della 15enne che non avrebbe potuto esibirsi al Canta Verona perché il festival è solo per gli italiani di fatto. E Dora, che è nata e vissuta in Italia da genitori africani, per l'organizzatore non rientra nella categoria "italiani di fatto" e quindi non avrebbe potuto partecipare. E poco importa se la manifestazione si svolgerà o non si svolgerà. Il punto resta la discriminazione, che non può essere tollerata.

E infatti le condanne, anche a livello politico, sono piovute da ogni livello istituzionale, come anche la solidarietà alla giovane Dora. Sinistra Italiana ha promesso che alla riapertura del Parlamento presenterà un'interrogazione al governo per sapere cosa è stato fatto per impedire che fatti del genere si ripetano. L'episodio di Dora, per il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Giulio Marcon "è il segno del degrado culturale ed etico a cui sono giunti settori sempre più vasti della società".

La ragazza, ad ogni modo, ha dichiarato che vuole continuare a cantare e le è stato anche offerto un bel palcoscenico su cui esibirsi. Il Mei (Meeting delle etichette indipendenti) che si terrà a Faenza dal 29 settembre al 1 ottobre 2017 ha ritenuto, per fare sentire tutta la sua solidarietà, di invitare ufficialmente Dora a cantare per un live sul tema dei diritti umani.

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