Omicidio Bencheikh, il fratello dell'assassino si difende dal carcere di Milano
L'uomo dice di non aver aiutato il fratello a sezionare il cadavere, ma ha ammesso di aver caricato in auto i sacchi contenenti i resti della vittima e di averli trasportati fino a Valeggio sul Mincio
Dal carcere di San Vittore a Milano si è difeso, Vezir Ajdinaj, 54 anni, l'uomo accusato di aver aiutato il fratello a sezionare il cadavere di Khadija Bencheikh.
Vezir Ajdinaj, come riportato da TgVerona, ha negato di aver fatto a pezzo il corpo della donna uccisa a Verona. L'uomo ha ammesso di aver aiutato il fratello a caricare in auto i sacchi in cui erano stati chiusi i resti della vittima. Lui inizialmente non avrebbe saputo cosa contessero. Solo successivamente l'avrebbe scoperto, aiutando l'assassino a scaricare i sacchi dove poi sono stati ritrovati, in un campo a Valeggio sul Mincio.
Per gli investigatori, invece, il 54enne sarebbe intervenuto anche nella distruzione del cadavere dato che il fratello è malato di Parkinson.