“Maledetta primavera” per l'agricoltura: una catastrofe senza precedenti
Pioggia e freddo hanno in gran parte compromesso il raccolto di pere, kiwi, albicocche, pesche e meloni. Agrinsieme alla Regione: fate presto con la stima dei danni e bloccate la cementificazione
La scorsa settimana qualche giornata illusoria di tempo stabile ha indotto alcuni agricoltori a tentare di recuperare un po' di foraggio, altri sono tornati sui campi per riprovare a seminare, ma hanno dovuto desistere, abbandonando il trattore sommerso dal pantano. E' ormai evidente che pioggia e freddo hanno compromesso definitivamente il raccolto di gran parte della frutta della provincia veronese, in particolare: pere, albicocche, ciliegie, pesche, kiwi, meloni. Le piantine dei prodotti ortofrutticoli, quando è stato possibile trapiantarle, stanno marcendo sui campi.
Il coordinamento tra Confagricoltura, Cia, Confcooperative e Lega delle Cooperative Agrinsieme Verona, ribadendo che ogni stima dei danni è prematura e che un dato corretto si potrà avere soltanto nei prossimi mesi, conferma l'impegno a monitorarli e mantenerli aggiornati nel tempo. Agrinsieme, nel chiedere alla Regione Veneto di inoltrare la richiesta di calamità naturale al ministero, domanda un impegno preciso e chiaro sulle risorse che intende stanziare a sostegno delle aziende colpite, unitamente ad un'indicazione chiara sui tempi di erogazione. E' necessario che Avepa inizi l'attività di sopralluogo e che da parte della Regione vi siano indicazioni precise sulla modalità di rilevazione dei danni. Agrinsieme sollecita inoltre Regione ed Avepa a prendere atto dell'anomalia di questa annata agraria, in ragione della quale non risulterà possibile per le aziende agricole attendere pienamente ad alcune norme comportamentali di conservazione del suolo, scadenze e adempimenti burocratici.
Nel contempo è necessario che i consorzi di bonifica esonerino dalla contribuzione i terreni allagati laddove ciò è dovuto ad una carenza dei sistemi di scolo consortili. La capacità di assorbimento delle acque piovane da parte dei terreni agricoli è anche la conseguenza di una cementificazione che in 10 anni, solo in provincia di Verona, ha sottratto 5600 ettari di terreni per nuove costruzioni civili ed industriali ed opere viarie.