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Cronaca Veronetta / Vicolo Pozzo

Naufragio di migranti a Cutro, l'intervento della Famiglia Comboniana Italiana: «Sono esseri umani, chiedono di vivere!»

È salito nel frattempo a 67 il numero delle vittime tra i naufraghi di domenica scorsa nelle acque davanti alle coste italiane

La Famiglia Comboniana Italiana (Missionari Comboniani, Suore Missionarie Comboniane, Missionarie Secolari Comboniane, Laici e Laiche Missionarie Comboniane), la cui casa madre è stata fondata a Verona nel 1892, in una nota si dice «profondamente scioccata dall’ennesimo naufragio avvenuto all’alba di domenica 26 febbraio sulle coste di Cutro, in Calabria». La nota dei Comboniani prosegue ricordando come «uomini, donne, bambini che scappano per avere una vita migliore», abbiano invece trovato «la morte sulle nostre coste calabresi». Nelle ultime ore il numero delle vittime è salito a 67 morti, tra questi una quindicina di bambini e una ventina di donne. La stessa nota dei Comboniani, tuttavia, ricorda come «il numero potrebbe aumentare sino a superare quota 100, aggiungendosi così alle decine di migliaia di morti nel Mare Mediterraneo diventato ormai una unica grande tomba a cielo aperto».

Come noto, è al momento in corso un'indagine per appurare la dinamica del naufragio. I Comboniani, nel loro comunicato, evidenziano l'importanza anche di verificare cosa sia successo subito «dopo l’avvistamento e la segnalazione dell’imbarcazione da parte dell’aereo di Frontex alle 22.30 della sera precedente il naufragio». La nota dei Comboniani poi prosegue evidenziando che «noi Famiglia Comboniana Italiana alziamo il nostro urlo di protesta davanti a questi orrori che continuano ad avvenire nel Mar Mediterraneo». E, ancora, viene aggiunto: «Come missionari e missionarie vogliamo ribadire che sono i muri che creano i trafficanti e non il contrario come continua ad affermare il ministro degli interni Piantedosi».

Proprio il titolare del Viminale Matteo Piantedosi, nelle ultime ore, è finito al centro di una vibrante polemica a livello nazionale, con diversi esponenti delle opposizioni in parlamento che sono giunti a chiederne le dimissioni. Lo stesso ministro Piantedosi, in audizione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera sulle linee programmatiche, rispondendo sul naufragio di domenica nelle acque della Calabria, ha dichiarato: «Se la tragedia si fosse verificata per una debolezza del mio ministero mi assumerò le mie responsabilità». Sempre secondo ciò che riporta l'agenzia Adnkronos, il ministro Piantedosi avrebbe poi aggiunto: «L'assetto aereo di Frontex che per primo aveva individuato l'imbarcazione non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo, indicando la presenza di una persona sopra coperta e di altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell'imbarcazione. Poi le condizioni meteo sono peggiorate diventando particolarmente avverse».

Tuttavia, nella nota diffusa dalla Famiglia Comboniana Italiana, ad essere criticata è nel suo complesso l'intera gestione del fenomeno migratorio da parte dell'attuale governo guidato da Giorgia Meloni, indipendentemente dall'ultimo drammatico naufragio. I missionari, infatti, puntano direttamente il dito contro il decreto "per la gestione dei flussi migratori" che, secondo i Comboniani, applicherebbe «politiche persecutorie contro le navi salvavita delle Ong». Di qui una serie di interrogativi che i Comboniani rivolgono all'esecutivo di Giorgia Meloni: «È mai possibile che chi è chiamato a governare abbia un cuore di pietra? Abbiamo forse tutti e tutte perso quello che ci rende umani cioè il sentire compassione per chi soffre!». E, ancora, in concusione rivolgendosi anche all'Unione europea, i Comboniani affermano: «Come missionari e missionarie chiediamo al governo italiano e all’Unione europea: se l’Europa è stata capace di accogliere prontamente milioni di rifugiati ucraini, perché non può accogliere allo stesso modo milioni di rifugiati e rifugiate dei Sud del mondo tenuti in paurosi lager e in condizioni disumane? Sono esseri umani, chiedono di vivere!».

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