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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piazza delle Erbe

Tagli alla sanità. Critiche al Governo dall'assessore veneto e dagli specialisti

Non è possibile ridurre ulteriormente la spesa. Un coro di voci unanime si leva contro i nuovi tagli alla sanità annunciati dal governo Renzi. Verona e il Veneto, a detta dei rappresentati di medicina generale, costituiscono già un modello da esportare

Dal governo nazionale giungono voci sulla “nuova sanità” che paiono allarmare, e non poco, i diretti interessati. Si tratta di specialisti e medici che operano da anni nel settore pubblico. Non è la prima volta che si parla di razionalizzazione delle spese, ma almeno per quanto riguarda Verona questo processo, a detta di molti, sarebbe già in atto almeno dal 2012. Tanto che le nuove misure preannunciate da Renzi e dal ministro della Salute Lorenzin, vengono piuttosto considerate dagli addetti ai lavori, dei veri e propri tagli al limite dell’indiscriminato. Certo ancora non si conoscono i dettagli, ma già l’ipotesi ventilata dalla maggioranza di apporre la fiducia sul decreto enti locali, contenente anche il pacchetto di norme relative alla sanità, non pare essere di buon auspicio.

A lasciare molto perplessi i medici veronesi, è in particolare l’annunciata battaglia contro la cosiddetta “medicina difensiva”, da contrastare appunto attraverso un taglio delle prestazioni specialistiche non ritenute necessarie. Si tratterebbe addirittura di far pagare ai cittadini tutti quegli esami di laboratorio, strumentali o visite, ritenuti superflui; ma in virtù di quali criteri resta ancora da stabilire. Lo stesso dottore cui capitasse di prescrivere esami non necessari, si potrebbe così trovare a dover subire, qualora fosse colto in fallo, una riduzione del suo stipendio. Perché il principio del “chi sbaglia paga” deve essere valido per tutti, questo il ritornello ricorrente degli ultimi giorni.

La lista delle patologie e varie situazioni in cui controlli troppo accurati non saranno giustificati, ancora il ministero della Salute non l’ha stilata, ma la cosa forse risulterà più difficile del previsto. A pensarla in questo modo è il direttore di Medicina generale e Sezione decisione clinica dell'Azienda ospedaliera Roberto Castello, il quale come riporta l’Arena, ricorda che “in alcuni casi l'indicazione di quali esami evitare si può dare in modo relativamente semplice, ma in altri è solo alla fine del percorso che si può sapere se una prescrizione era necessaria o meno. Posto che ancora non sappiamo quali siano le prestazioni incluse nella lista, quindi è impossibile giudicare, e fermo restando che è giusta la richiesta di appropriatezza, pare complicato normare per legge questo ambito. Se un paziente lamenta un malessere generale che si fa? E se il medico non prescrive un esame e il paziente ci rimette la vita?”. Questioni d’interesse generale che a chiunque dovrebbero stare a cuore. Ad ogni modo ciò non significa negare che una razionalizzazione e un controllo degli sprechi sia auspicabile, oltre che possibile, tutt’altro. Ma in particolare nella regione Veneto e a Verona, questo tipo di attenzione pare già essere in atto da diversi anni. Come riferito dall’Arena, a ricordarlo è Lorenzo Adami, presidente provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale: “Non è nella nostra regione che vanno fatti i tagli. Siamo ai primi posti in Italia per appropriatezza farmaceutica e la spesa diagnostica è al di sotto della media nazionale. Non facciamo questo per paura di punizioni, ma perché si è deciso di dar vita a un progetto virtuoso che vede la salute dell'assistito al primo posto”.

Il rischio paventato è insomma quello che si vada a colpire anche quelle realtà virtuose che già esistono, anche se magari non fanno notizia quanto gli sprechi. Di quest’avviso sembra essere l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, stando alle sue parole riportate dll’Arena: “La manovra proposta è già stata messa in atto in Veneto nel 2012 con la razionalizzazione della spesa, il tetto alle visite specialistiche, tutti interventi resisi necessari per far fronte ai continui tagli. Con questo nuovo taglio si arriverà in Veneto a 540 milioni di euro in meno nei prossimi tre anni. Non si può continuare a tagliare in Sanità”. Il problema delle prestazioni inutili pare dunque sia già stato affrontato, almeno in Veneto. Al punto che piuttosto che un rimaneggiamento ulteriore, al ribasso, dei fondi disponibili, l’auspicio del Presidente del Fimmg Lorenzo Adami, è piuttosto quello che il modello Verona e Veneto si possa esportare nelle altre regioni e povince d’Italia.

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