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Cronaca Centro storico / Via Dante Alighieri

Crisi della Melegatti, dipendenti in Prefettura: "Vogliamo gli stipendi"

Paola Salvi, segretaria Flai Cgil di Verona: "L'unica soluzione percorribile è l'arrivo di un acquirente o di un finanziatore, altrimenti si andrà verso un concordato"

Al grido di "Vogliamo gli stipendi" e "Vogliamo lavorare", i dipendenti della Melegatti protestano questa mattina, 10 ottobre, davanti alla Prefettura di Verona, in attesa di essere ricevuti ed ascoltati dal prefetto Salvatore Mulas. A Mulas, la delegazione dei rappresentanti dei lavoratori farà presente i dettagli della crisi della Melegatti, fatta di cassa integrazione e stop alla produzione. Una crisi che potrebbe essere risolta dalla famiglia Turco che attualmente detiene una quota di minoranza della proprietà della storica azienda veronese che inventò il pandoro. Attualmente però questa soluzione non si è ancora concretizzata e le nuvole della crisi non si sono ancora dissipate.

Le cause che hanno portato all'attuale situazione sono state identificate da Paola Salvi, segretaria Flai Cgil di Verona. Intervistata da Today, Salvi ha detto che l'attuale direzione dell'azienda ha fatto il passo più lungo della gamba con l'apertura di un nuovo stabilimento per la produzione di brioche. Per ripagare i debiti, la Melegatti non riesce più a pagare i propri dipendenti e le ditte che forniscono le materie prime. E se non ci sarà una svolta positiva il prossimo passo sarà la chiusura.

Proprio per evitare la chiusura i sindacati si sono mobilitati. "L'unica soluzione percorribile è l'arrivo di un acquirente o di un finanziatore, altrimenti si andrà verso un concordato, in cui l'azienda comunque finirà nelle mani di un nuovo proprietario - ha detto Paola Salvi a Today - In quel caso il nostro lavoro continuerà per cercare di mantenere le medesime condizioni agli operai".

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