Crisi Melegatti, slitta ancora l'accordo ma il tempo sta per finire: prosegue lo sciopero
Dal Cda di Melegatti sarebbe giunta la richiesta di una nuova proroga, ma i tempi stringono
La lunga crisi della Melegatti, o meglio la coda infinita di quella che dovrebbe essere l'uscita dalla crisi, pare non avere fine. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, i compenenti del Cda della storica azienda dolciaria veronese, avrebbe chiesto una nuova proroga ai commissari Miollo e Piazzolla nominati dal Tribunale di Verona.
Doveva essere proprio questa la settimana decisiva per la firma dell'accordo con il fondo Open Capital della maltese Abalone Asset Managemet, ma la trattativa è destinata ad allungarsi ulteriormente. Intanto i giorni passano e si avvicina la Pasqua, mentre la campagna di produzione, vincolata proprio all'eventuale finanziamento della stessa da parte del fondo, resta ferma ai blocchi di partenza.
Per lunedì 29 gennaio è attesa la relazione in Tribunale a Verona da parte dei due commissari, mentre i lavoratori di Melegatti stanno dando vita dal 25 gennaio ad uno sciopero a oltranza proprio per protestare contro la mancanza di chiarezza circa il futuro dell'azienda: «Purtroppo l'accordo quadro è ancora in alto mare, - avevano scritto i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil di Melegatti in una nota diffusa dopo l’ultimo incontro tenutosi in Prefettura - perchè le parti non trovano un punto di convergenza che dia soddisfazione ad entrambi».
I rappresentanti delle Rsu avevano poi ricordato che «i tempi stringono. Al tavolo ci hanno detto che la trattativa per chiudere l'accordo quadro con il Fondo Abalone dovrebbe definirsi a breve, comunque entro 48 max 72 ore. Se l'operazione non andrà in porto entro questi termini, il Tribunale sarà costretto a fare le sue valutazioni. Considerando la situazione lo stato di agitazione continua». Era martedì 23 gennaio, di giorni ne sono passati quattro, la palla ora passa al Tribunale.