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Cronaca Centro storico / Corso Porta Nuova

Crisi economica e imposte: veronesi sempre più indebitati per colpa delle tasse

Presentati i risultati del progetto Facciamo i Conti promosso dalle associazioni di consumatori. A Verona non si accede più al credito per comprarsi auto ed elettrodomestici, ma per pagare le imposte

Da un'indagine condotta con oltre mille questionari somministrati ai veronesi, è emerso che nel nostro territorio, nel 2014, c'è stata una minore sensazione di incertezza economica, data forse dall'aver assorbito nuove abitudini di consumo. Diminuto anche l'accesso al credito, ma per quanto riguarda ciò, non è solo il calo delle richieste a destare interesse. Infatti, se prima si chiedevano crediti per acquistare automobili ed elettrodomestici, ora in molti veronesi si indebitano per pagare imposte e tasse.

Questo emerge dalla ricerca Facciamo i Conti 2015, promossa dalle Associazioni di Consumatori Veronesi, Adiconsum Verona, Lega Consumatori Verona e Adoc Verona, e cofinanziato dalla Camera di Commercio di Verona con il patrocinio dell'Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona. Per snocciolare un po' di numeri, come riporta L'Arena, nel 2014 il 63% degli intervistati sostiene di aver dovuto contrarre le spese, mentre nel 2013, la percentuale era del 75%, quindi si registra un miglioramento. Come antincipato, un calo anche nell'accesso al credito, passato dal 30% del 2013 al 25% del 2014. Il 75% dei veronesi ricorre ancora alla banca, mentre il 19% alle società finanziarie e solo il 6% utilizza i finanziamenti offerti dai punti vendita.

Se il mutuo per la casa resta comunque la prima voce di credito, calano le richieste per auto ed elettromestici e salgono quelle per pagare le imposte, l'anticipo dell'IVA, ma anche le pese mediche e i beni di prima necessità.

“È la conferma, senza ombra di dubbio, che si è arrivati ad un punto di non ritorno: i cittadini sono costretti ad indebitarsi per pagarsi le tasse e le cure mediche. Si tratta di una situazione dettata da una pressione fiscale che raggiunge il 43% per le persone fisiche ed il 65% per le aziende e che ha come primo effetto quello di surgelare i consumi, bloccare la ripresa, uccidere il Pil”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta i dati della ricerca. “E, mentre, in Veneto c’è chi è costretto a fare debiti per pagarsi spese fondamentali come quelle mediche – spiega Zaia - a Roma il Governo non pensa minimamente ad abbassare le imposte ma preferisce saldare i buchi fatti negli anni dagli spreconi, contribuendo a far crescere a livelli di record il debito pubblico, che ha raggiunto a maggio i 2.218,2 miliardi crescendo del 3,9% dall’inizio dell’anno”. “L’eccesiva imposizione fiscale – continua il Governatore - toglie la possibilità agli imprenditori di investire e ai giovani di costruirsi un futuro. Tutto ciò pesa sulle possibilità di rilancio e di crescita dell’economia. Trovo inammissibile continuare ad affossare i territori più produttivi di una regione, come il Veneto, la terza economia nazionale”. “Questa ricerca - conclude il Presidente – dimostra che siamo ad un punto di non ritorno: l’abbassamento delle tasse è una priorità assoluta per cittadini, imprese e lavoratori”.

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