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A Verona via al progetto "FATE - IdentiFica trAccia proTEggi contro COVID-19"

Presentato il progetto che mira a prevedere la futura evoluzione della pandemia da Covid-19

In diretta streaming dalla sala Blu, il sindaco Federico Sboarina ha presentato questa mattina, lunedì 29 giugno, il progetto "FATE - IdentiFica trAccia proTEggi contro COVID-19". Presenti all'appuntamento di oggi anche il rettore dell'università di Verona Pier Francesco Nocini e la dottoressa Evelina Tacconelli, insieme al presidente di Fondazione della Comunità Veronese, l'avvocato Fabio Dal Seno, e al direttore del quotidiano L'Arena Maurizio Cattaneo, il cui gruppo editoriale ha lanciato la raccolta fondi durante l'emergenza sanitaria e il cui frutto ha consentito di supportare il lavoro negli ospedali e renderà anche possibile la realizzazione del progetto "FATE".

«Una delle cose più importanti da fare per i nostri cittadini è quello di sviluppare un progetto che ci consenta di valutare come sarà eventualmente la situazione in caso di un ritorno della pandemia», così il sindaco Sboarina ha inaugurato il punto stampa di oggi: «È molto importante sapere quella che sarà la condizione nei prossimi mesi, poiché ad oggi vi è un grande punto di domanda circa il futuro, in particolare su quello che succederà a settembre e in autunno rispetto al Covid-19. Noi in ogni caso vogliamo farci trovare pronti». 

«Il progetto nasce da un'idea del sindaco e dalla professoressa Tacconelli quando il primo cittadino è venuto a trovarci in ospedale a Borgo Roma per sapere come andavano le cose», così il Rettore dell'università di Verona Nocini che ha poi spiegato: «Al tempo non avevamo risposte "esatte" e anche di qui è nata l'idea di far nascere questo progetto. L'obiettivo è quello di monitorare delle cosiddette "sentinelle" per avere un'azione preventiva sull'eventuale ripresentarsi dell'epidemia».

A sua volta la professoressa Tacconelli ha spiegato il senso del progetto: «"FATE" aveva l'idea, già dal nome, di non voler semplicemente aspettare l'eventualità di una seconda ondata della pandemia, ma vogliamo farci trovare pronti. Con onestà, - ha aggiunto la dott.ssa Tacconelli - oggi va detto che non si può sapere da un punto di vista scientifico se ci sarà o meno una seconda ondata autunnale, quello che possiamo fare è dunque che nel caso vi sia, le istituzioni e le strutture sanitarie si facciano trovare pronte». A tal fine verranno istituiti alcuni «gruppi sentinella», dove nel caso si dovessero verificare delle nuove insorgenze del virus, ha spiegato la dott.ssa Tacconelli, «si potrà intervenire velocemente per strutturare un piano efficace».

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