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Sboarina sul nuovo decreto: «È un Dpcm deludente. Inascoltate le richieste delle categorie economiche»

«Dal 4 maggio poco cambia a parte qualche leggera apertura», ha dichiarato il sindaco di Verona

Il sindaco di Verona Federico Sboarina, nel consueto punto stampa sull'emergenza coronavirus, ha commentato così il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio, presentato ieri sera dal premier Conte: «È un Dpcm deludente, per usare un eufemismo, perché non va incontro a quelle che sono le richieste delle categorie economiche e dei cittadini stessi, perché dal 4 maggio poco cambia a parte qualche leggera apertura come la possibilità di andare a trovare i parenti e di muoversi anche tra Comuni diversi per questo motivo».

Sboarina: «Le attività che garantiscono sicurezza devono poter aprire»

Il sindaco ha quindi ricordato che il Dpcm consentirà dal 4 maggio «la possibilità di fare attività motoria in un ambito più esteso, la riapertura di aree verdi e parchi pubblici salvo provvedimenti più restrittivi da parte dei sindaci, mentre alcune cose come il ritiro del cibo d'asporto erano già state anticipate dalla Regione Veneto, quindi oggettivamente c'è poco. Ci si aspettava molto, molto di più, in particolare si era detto che i codici Ateco non servivano, ma che si sarebbero dovute riaprire le aziende che potevano garantire la sicurezza. Poi non è stato preso in considerazione nulla per quel che riguarda i nostri bimbi, quindi asili e scuole, tenuto conto che è una questione legata anche alla ripresa di tutte le altre attività economiche, perché se si consente di andare a lavorare ma i bambini non possono andare all'asilo diventa allora difficile andarci al lavoro per quanto sia concesso farlo».

Il sindaco Sboarina ha quindi sottolineato che «la situazione dal punto di vista sociale ed economico è drammatica, perché questo provvedimento non va nella direzione che si auspicava. Io auspicavo una riapertura delle attività commerciali, ma anche qui nulla si dice almeno fino al 18 maggio e forse oltre, mi riferisco a bar e ristoranti, tutte categorie che sono in ginocchio sia nella nostra città che nella nostra regione». Il disappunto da parte del sindaco di Verona è quindi ben riassumibile in una frase concisa, ma esplicativa: «Stiamo superando l'emergenza sanitaria, ma in questo modo non supereremo l'emergenza economica, non supereremo l'emergenza sociale».

Via i divieti chiusura delle alzaie e panchine, ma c'è anche la nuova ordinanza di Zaia

Il sindaco di Verona ha quindi riferito che è sua intenzione togliere il divieto di sedersi sulle panchine già da prima del 3 maggio, così come di togliere i divieti di andare sul lungadige e sulle alzaie. Nello stesso momento in cui il sindaco Sboarina parlava, il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato la firma di una nuova ordinanza regionale che prevede la possibilità per tutti in Veneto di fare «attività motoria e attività all'aperto», anche mediante l'utilizzo di bicicletta o altro mezzo, «in tutto il territorio comunale di residenza o dimora». Tale nuova norma sarà in vigore in tutto il Veneto, dunque anche a Verona e nei Comuni della provincia (fatte salve le ordinanze sindacali più restrittive), a partire dalle ore 18 di oggi, lunedì 27 aprile.  

Messe, Sboarina: «Nei prossimi giorni devono essere consentite»

Sulle messe che da decreto risulterebbero anche per il prossimo 4 maggio ancora vietate, il sindaco di Verona Federico Sboarina ha annunciato: «Prendendo alla lettera il decreto che parla di impossibilità di fare cerimonie, io sottoporrò già nella giornata di oggi al prefetto la cosa, perché ritengo che le celebrazioni ordinarie della santa messa feriale e festiva non rientrino nell'ambito delle cerimonie religiose, perché "stretto senso" le cerimonie religiose sono battesimi, comunioni, matrimoni, cresime, ma nella manifestazione ordinaria di culto, che è permessa dal Dpcm all'Art. 1 lettera i), vi rientra la messa ordinaria. Ritengo che dai prossimi giorni debba essere permesso ai fedeli andare ad assistere la messa che per tanti è uno "stato di necessità", non fisica, ma importante». A tal proposito il sindaco di Verona ha quindi aggiunto: «Non capisco perché si possa dal 4 maggio accedere a un parco con le dovute distanze e precauzioni, ma non si possa entrare in chiesa per assistere a una messa seguendo determinate precauzioni».

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