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Cronaca Pressana / Via Sant'Eugenia

Coniugi anziani picchiati e rapinati in casa: "Servono regole spietate"

Una coppia di Pressana è stata sorpresa in casa da due criminali alla fine di marzo, che non hanno esitato ad usare violenza su di loro: "Al posto della certezza della pena nel nostro Paese è entrata in vigore la certezza dell'impunità"

Sono stati malmenati in casa propria e rapinati dei pochi averi che avevano, prima di essere chiusi in bagno dagli stessi banditi, che si sono poi allontanati probabilmente grazie ad un complice che li aspettava fuori dalla casa a bordo di un'auto. 

Questo l'incubo vissuto da una coppia di anziani di Pressana, Gianni Dal Maso, 75 anni, e Franca Magro, 72 anni, che abitano nella loro villetta di via Sant'Eugenia. 
Erano circa le 21.30 di mercoledì 29 marzo, quando due uomini sono penetrati nella casa situata in una zona rurale, approfittando della portafinestra lasciata aperta della cucina e sorprendendo la donna impegnata nelle proprie faccende domestiche. Un bandito è riuscito a tapparle la bocca e a puntarle un coltello da cucina sul collo, intimandogli di non provare ad urlare, prima di spingerla con un complice fino a farla finire a terra e di ordinargli di consegnare preziosi e denaro. 
Nel frattempo il marito si trovava in salotto e non aveva udito quanto stava accadendo nell'altra stanza, fino a quando uno dei due criminali non lo ha raggiunto. Lì il criminale lo avrebbe colpito ripetutamente con il calcio della pistola in testa per farsi consegnare i soldi, fino a quando non ha deciso insieme al suo compare di portare al piano di sopra gli anziani coniugi. Lì hanno obbligato Gianni e Maria a tirare fuori i pochi gioielli e monili presenti, tra minacce varie e costrizioni, trovando anche 500 euro in contanti. Dopo aver scoperto e svuotato la cassaforte, dove hanno trovato poco o niente, i due rapinatori hanno chiuso in bagno la coppia e si sono allontanati, si presume insieme ad un complice che li aspettava fuori. 

Gianni e Franca poco dopo sono usciti dalla stanza grazie alla chiave di riserva e si sono diretti all'ospedale di San Bonifacio in compagnia del figlio, con i carabinieri della compagnia di Legnago che erano arrivati sul posto poco dopo l'allarme lanciato dalle vittime, le quali fortunatamente non ha riportato gravi ferite. 
Le indagini dei militari hanno subito preso il via, nel tentativo di assicurare alla giustizia quei criminali che per poche centinaia di euro, non esitato ad usare la violenza sulla coppia di anziani. 

La vicenda tra l'altro ha attirato l'attenzione di Paolo Tosato, senatore della Lega Nord, che ha colto l'occasione per ribadire la necessità di istutire norme più severe a difesa dei cittadini. 

L'efferatezza e la violenza con cui è stata compiuta la rapina in casa della famiglia Dal Maso a Pressana è sconvolgente e intollerabile. La Lega Nord denuncia da anni che a fronte di tali fenomeni ci sono precise responsabilità politiche. Le normative italiane sono totalmente inadeguate. Sotto i Governi Letta e Renzi sono state approvate norme che tutelano i delinquenti e i rapinatori. Attraverso svuota carceri, riduzioni delle pene, aumento delle circostanze attenuanti e delle norme alternative alla detenzione si è data la certezza ai delinquenti che commettere reati in Italia è conveniente. Al posto della certezza della pena nel nostro Paese è entrata in vigore la certezza dell'impunità. Servono regole più ferree. Direi spietate. Spietate quanto lo sono coloro che oltre a rubare e violare l'intimità delle abitazioni private non hanno scrupoli a picchiare selvaggiamente e gratuitamente persone inermi e indifese. Serve inoltre una nuova legge sulla legittima difesa. Una legge che non avrà lo scopo di spingere a farsi giustizia da soli ma che deve semplicemente tutelare gli aggrediti. Chi subisce violenza nella propria casa e sente la necessità di difendersi non può essere vittima dei delinquenti prima, e dello Stato poi. Anche se assolto non è giusto che un cittadino aggredito debba sostenere il calvario di un processo e di ingenti spese legali. La vittima di un reato non va perseguita e processata. Le norme vanno cambiate e non è più tollerabile aspettare e rinviare decisioni urgenti e condivise da gran parte dei cittadini italiani.

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