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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Cooperativa non paga gli stipendi": Federsolidarietà Verona prende le distanze

Il caso di Progetto Vita, che ha servizi in appalto anche nel territorio scaligero, trova la condanna di Erica Dal Degan: "È sempre più evidente che la strada da perseguire è quella dell'accreditamento"

Coinvolge anche Verona il caso della cooperativa Progetto Vita, cooperativa sociale con sede a Sondrio e numerosi servizi in appalto distribuiti sul territorio nazionale (tra cui quello scaligero), che non verserebbe lo stipendio alle proprie lavoratrici (che operano come assistenti scolastiche) dal novembre del 2016. In aggiunta di questo, informa Federsolidarietà Verona, sembra che abbia indebitamente prelevato dal fondo di tesoreria dell’Inps il 95% del Tfr che le lavoratrici avevano versato. In questa situazione le persone coinvolte hanno comunque portato avanti responsabilmente il proprio servizio, con regolarità e accuratezza, ma oggi iniziano ad accusare seri problemi di sostenibilità economica.

"Questa è l’ennesima prova che gli appalti non sono la panacea. – afferma la presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan – e succede quando si appaltano servizi del sociale. Nella sanità sarebbe impensabile pensare di appaltare un servizio di primo soccorso o di chirurgia utilizzando il criterio del massimo ribasso. E invece nel sociale si continuano ad affidare servizi delicati e fondamentali, come appunto in questo caso l’assistenza scolastica a studenti con disabilità, a soggetti che utilizzano la forma giuridica della cooperativa sociale solo per fare business, puntando al massimo ribasso. È sempre più evidente che la strada da perseguire è quella dell’accreditamento, metodo già sperimentato in alcune situazioni del sociale in Veneto– come ad esempio i centri diurni per le persone con disabilità - , con grande successo e soddisfazione sia dal punto di vista qualitativo che economico dei contribuenti".

I presidenti di Federsolidarietà Veneto Roberto Baldo e Federsolidarietà Piemonte Guido Geninatti hanno preso le distanze dalla cooperativa in questione, evidenziando che essa non aderisce a nessuna delle tre centrali cooperative, né Confcooperative Federsolidarietà, né Legacoop, né Agci, e risulta quindi fuori dal controllo e dal monitoraggio che un’associazione di categoria può compiere in questi casi.

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