"Io ancora non ho capito a cosa serve la copertura dell'Arena". Si potrebbe riassumere con questa frase pronunciata dal soprintendente Fabrizio Magani il convegno organizzato dal deputato PD Vincenzo D'Arienzo, che nel presentare l'appuntamento che si è svolto ieri, 6 marzo, aveva anche posto l'accento sul grave problema dell'acqua piovana che il monumento raccoglie e fatica a far defluire.

"Il problema adesso non sussiste - ha spiegato D'Arienzo - ma si presenta quando piove molto e in modo continuato. Si verificano delle infiltrazioni d'acqua anche a giorni di distanza dalla fine delle precipitazioni abbondanti. Inoltre, la presenza di cavi sui canali di scolo crea delle interdizioni al defluire dell'acqua. L'acqua piovana poi si raccoglie nel catino del vallo e stagna a lungo nell'interrato. Il problema è stato affrontato in vari modi, ma di sicuro non lo si risolve con una copertura dell'anfiteatro".

Altra criticità per il mantenimento dell'Arena sollevata nel convegno di ieri è l'uso eccessivo dell'anfiteatro per eventi di ogni tipo: lirica, concerti, presepi, oltre alle centinaia di migliaia di persone che ogni anno visitano semplicemente il monumento. Ne ha parlato Giuliana Cavalieri Manasse, già direttrice del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza. Anche lei si è scagliata ferocemente contro la copertura dell'Arena, insieme ad Anna Braioni del Fai. Anna Braioni ha sottolineato che anche il massivo utilizzo del monumento può creare degrado, mentre la copertura sarebbe inutile e andrebbe a snaturare quello che deve rimanere un teatro all'aperto.

Concorde anche l'archeologa Paola Fresco. Il succo del suo intervento è che la conservazione di ciò che antico, anche se fosse un rudere, non può passare da un suo stravolgimento. E tale sarebbe la realizzazione di una copertura sull'Arena.