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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Abramo Massalongo

La luce torna al conservatorio, il monito: "Ma da gennaio vi arrangiate"

Partita a quattro tra direzione dell'istituto, Provincia, Comune e Ministero. Fino al 31 dicembre le bollette verranno saldate per entrambe le sedi dagli enti locali. Poi la palla passerà a Roma

Al conservatorio si riattacca la spina. Torna, insomma, la luce nelle aule di Casa Boggian. Ma solo fino al 31 dicembre. Poi in linea con la peculiare "italianità" dell'intera faccenda, "Si vedrà". L'accordo raggiunto tra il direttore del conservatorio "Dall'Abaco", Ward Perkins, il presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, e l'assessore comunale al Patrimonio, Pier Luigi Paloschi, ha previsto che fino a fine anno gli enti amministrativi veronesi si occuperanno del contributo per le bollette ma entro quella data il Ministero dell'Istruzione dovrà decidere di farsi carico delle spese dell'istituto che, secondo la Provincia, rientra nelle realtà universitarie e, quindi, di competenza statale.

CONSERVATORIO AL BUIO, LA PROVINCIA NON PAGA PIU' LA BOLLETTA

La prossima settimana dovrebbe svolgersi una riunione preliminare, ma non è detto che le richieste di Miozzi vengano recepite a Roma. I casi da affrontare sono due e non poco intricati: quelli riguardanti la sede centrale di via Massalongo e quelli, appunto, di Casa Boggian. Quest'ultima, dal 1964, è di proprietà del Comune che si occupa del pagamento di gas e acqua. Non della corrente elettrica, le cui bollette, circa 3500 euro all'anno, sono saldate dalla Provincia. L'esperimento di "staccare la luce" e di costringere gli studenti a mettersi davanti alle finestre per leggere gli spartiti risale a qualche giorno fa, ed è stata subito chiara la prova di forza dell'ente. In base a ciò che scrivono i quotidiani locali, il presidente Miozzi aveva inviato a maggio due lettere di sollecito alla direzione del conservatorio, chiedendo di occuparsi dei pagamenti. Da ora le bollette saranno intestate all'istituto di eccellenza per la musica ma per altri sei mesi saranno comunque pagate dalla Provincia. Da gennaio? Non si sa. "C'è tempo".

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