I carabinieri della Stazione di Illasi e quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno denunciato P.M., cittadina rumena titolare di una cooperativa agricola della zona, nell’ambito di un’operazione di contrasto al fenomeno del “caporalato”. 

La donna infatti è sospettata di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro di 4 suoi connazionali, che - secondo i carabinieri - sarebbero stati irregolarmente impiegati in un’azienda agricola della Val d’Illasi come braccianti.

Dagli accertamenti effettuati dai militari sarebbe emerso che per tali lavoratori la “sfruttatrice” avrebbe corrisposto una paga oraria effettiva di 4.50 euro, ben inferiore a quella di 6.50 euro che sarebbe stata pattuita. Non solo, P.M. inoltre avrebbe preteso la loro disponibilità anche di domenica, unico giorno di riposo dei lavoratori: i carabinieri sostengono che eventuali rimostranze dei braccianti venissero ripagate con immediati licenziamenti.

Grazie all'ausilio del personale sanitario dell’ULSS 9 Scaligera, i carabinieri avrebbero riscontrato anche gravi carenze sotto il profilo igienico-sanitario nel dormitorio dove i lavoratori venivano ospitati. In particolare, si tratterebbe di un sovraffollamento dovuto agli eccessivi posti letto in proporzione ai servizi igienici, l’impianto di riscaldamento non funzionante, e, soprattutto, la presenza nelle camere di pericolose bombole di GPL senza adeguati condotti di aspirazione e scarico.
"Alla fine dunque - si legge in una nota dei carabinieri - all'imprenditrice sono state contestate sanzioni penali per un ammontare di oltre 20mila euro, per la violazione di diversi articoli del D. Lgs 81/2008 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro".