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Cronaca Castel d'Azzano / Via 4 Novembre

Dosso "killer", condannato tecnico del Comune e titolare dell'impresa

Arriva la sentenza a un anno per omicidio colposo per l'incidente di Castel d'Azzano del 2006, in cui perse la vita Eros Riparelli, 29enne, dopo aver perso il controllo della moto: "Dissuasore non a norma"

Dossi killer. Arriva la condanna per il Comune di Castel D'Azzano. O meglio per il responsabile tecnico, Graziano Fusini, 51 anni, la cui pena di un anno è stata sospesa, così come quella per l'imprenditore Fiorenzo Zambotto, 57 anni, titolare della ditta che installò il dissuasore. La sentenza ruota attorno alla morte che Eros Riparelli, 29enne originario di Vigonovo, in provincia di Venezia, ma residente nel Veronese trovò in via IV Novembre, l'11 settembre del 2006. Il ragazzo, verso le 10 del mattino, stava viaggiando sulla sua moto, una Honda 800, a velocità sostenuta quando, per il dosso, aveva perso il controllo della moto e si era schiantato contro un muro. Era praticamente morto sul colpo, l'impatto era stato violentissimo, tanto da sbalzarlo per una trentina di metri e far scivolare la moto per oltre sessanta.

Il giudice di Verona, martedì mattina, ha deciso che a concorrere nell'incidente fu, appunto, il dosso. Il resto l'ha fatto la velocità con la quale procedeva il 29enne, 83 chilometri orari rispetto al limite consentito dei 50. Per questa la condanna ad un anno per omicidio colposo, come chiesto dal pm Francesco Rombaldoni. Il dosso, come spiega l'Arena, era stato posizionato tre giorni prima, il 7 e l'8 settembre, "in un tratto curvilineo" e non era ancora finito: mancavano il fondo anti usura e la segnaletica sull'asfalto a strisce gialle e nere. In più non sarebbe stato segnalato con gli appositi avvertimenti da cantiere in corso. A poco più di quindici metri solo un cartello con il limite di velocità segnato a 20 chilometri orari. Gli avvocato difensori dei due accusati hanno già annunciato che ricorreranno in appello.

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