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Cronaca Monteforte d'Alpone / Piazza dell'Antenna

Pista ciclopedonale di Monteforte, il Comune fa causa alla ditta che realizzò i lavori

"Abbiamo citato la ditta in giudizio - spiega Alessia Pressi, l’avvocato che segue la causa civile - per chiedere il risarcimento dei danni, cioè per ottenere il ristoro delle spese sostenute dal Comune per la messa in sicurezza della pista"

Il Comune di Monteforte d’Alpone ha citato in giudizio “Costruzioni Carraro Giorgio Snc”, la ditta che realizzò la pista ciclopedonale sull’argine destro del torrente Alpone. Non solo la ditta, ma ancheC.S.P. Centro Studi Progetti Srl”, la società che preparò il progetto e diresse i lavori, compreso l’ing. Antonio Tucci che firmò il tutto. La prima udienza, dopo due rinvii d’ufficio, si è svolta lo scorso 20 luglio: la causa è stata rinviata al prossimo 14 dicembre per consentire alle parti convenute la chiamata in causa delle rispettive compagnie di assicurazione.

"Abbiamo citato la ditta in giudizio - spiega Alessia Pressi, l’avvocato che segue la causa civile - per chiedere il risarcimento dei danni, cioè per ottenere il ristoro delle spese sostenute dal Comune per la messa in sicurezza della pista. Il Comune, infatti, ha dovuto rimediare ad una difformità dei lavori rispetto al progetto approvato. La difformità, che consisteva nell’abbassamento dell’argine su cui la pista si snoda, andrà accertata in corso di causa, però abbiamo degli elementi da cui partire: delle perizie di parte ed un accertamento tecnico preventivo fatto dal Tribunale".

Il Comune non ha proceduto subito con la citazione perché era difficile quantificare i danni. Ora che i lavori di sistemazione sono stati effettuati, i danni sono stati quantificati in base alle spese documentate dal Comune e ammontano a quasi 100 mila euro. A questi se ne aggiungono altri non quantificabili che sono stati rimessi alla decisione del Tribunale in via equitativa; come ad esempio i danni derivanti dal fatto che la pista è chiusa da oltre un anno, oppure quelli che potrebbero conseguire se la pista non potesse più essere classificata come ciclopedonale.

Per capire meglio la situazione, però, bisogna fare un salto indietro nel tempo. I lavori per costruire la pista ciclopedonale sull’argine destro del torrente Alpone, che costarono circa 400 mila euro, iniziarono nella primavera del 2009 con l’Amministrazione comunale guidata da Antonio Carletto (Responsabile Unico del Progetto era l’ing. Renato Pontalto dell’Uffico Tecnico del Comune), e si conclusero un anno dopo con l’Amministrazione comunale guidata da Carlo Tessari; poi nella primavera del 2010 la pista fu aperta al pubblico. Il problema, però, è che non fu mai effettuato il collaudo; inoltre, dopo che fu realizzata la pista, ogni volta che l’Alpone era in piena a causa delle piogge, l’argine destro veniva sommerso in più punti dall’acqua e ciò creava panico tra gli abitanti  della zona.

Nei primi mesi del 2011 Gabriele Marini e Luigi Burti, che al tempo sedevano nei banchi dell’opposizione, in Consiglio comunale sollevarono il problema riguardante la sicurezza della zona nord di Monteforte, sostenendo che durante i lavori l’argine era stato abbassato. A confermare questa ipotesi, sempre nel 2011, ci furono un accertamento tecnico preventivo e due relazioni tecniche di parte. Una relazione fu redatta da dei professionisti incaricati dai due consiglieri; l’altra invece dal Genio Civile, dopo che effettuò un sopralluogo. Sia l’accertamento tecnico preventivo del Tribunale che le due relazioni confermarono ciò che tutti sospettavano, cioè che l’argine era stato abbassato con la costruzione della pista; e il Genio Civile aggiunse che tra gli elaborati progettuali e i rilievi effettuati c’erano delle difformità, e che ciò pregiudicava la sicurezza idraulica del corso d’acqua. Nel 2012 il Genio realizzò un rialzo arginale nei punti dove si erano verificati gli abbassamenti più marcati, che col tempo però ha perso la sua efficacia. Infine, nel 2014 Marini è diventato sindaco e Burti assessore ai Lavori pubblici; quindi è ricominciato l’impegno dei due, stavolta dai banchi della maggioranza, per risolvere il problema.

Ai primi di febbraio del 2016 l’Amministrazione comunale guidata da Marini e la sezione di Verona del Bacino idrografico Adige-Po (ex Genio Civile) concordarono un piano d’intervento per il ripristino della sicurezza idraulica dell’argine destro dell’Alpone; e un mese dopo il sindaco emise un’ordinanza per chiudere la pista e iniziare i lavori di somma urgenza. Il Comune si è occupato della rimozione della palizzata che stava scivolando verso l’alveo del torrente, mentre il Bacino Adige-Po ha eseguito i lavori di innalzamento dell’argine destro che si sono conclusi nel maggio dell’anno scorso. Ora la pista potrà essere riaperta quando arriverà la nuova concessione idraulica da parte del Bacino: in base a questa si capirà se la pista sarà ciclopedonale, come lo è stata finora, oppure solo pedonale.

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