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Cronaca Terrazzo / Via Morosa

Scoperta nella Bassa Veronese una coltivazione da 400 piante di marijuana

Una perlustrazione aerea della zona di Nichesola, nel comune di Terrazzo, ha permesso ai carabinieri di notare un'area della vegetazione "diversa" da quella circostante, dando il via alle indagini a terra

Una piantagione di marijuana è stata scoperta nella Bassa Veronese dai carabinieri della compagnia di Legnago, che hanno messo le manette ai polsi di due persone ritenute responsabili a vario titolo di coltivazione di “cannabis indica” e detenzione di stupefacenti. In tutto sono state sequestrate 400 piante, 11 chilogrammi di infiorescenze pronte ad essere essiccate, 103 grammi di cocaina già suddivisa in dosi e una decina di grammi di "erba". 

Già dal mese di giugno i militari di Legnago avevano dato il via ad un'attività di contrasto al mercato degli stupefacenti, sfruttando la collaborazione con il Nucleo Elicotteri di Bolzano. E proprio una ricognizione aerea ha permesso di notare una zona di vegetazione di colore diverso rispetto a quella che la circondava, nell'area di Nichesola, frazione di Terrazzo. 
Insospettiti, i carabinieri hanno dato il via alle indagini a terra, che hanno permesso di confermare quanto ipotizzato e, in seguito, di risalire a B.G., classe 1961, di origini calabresi, residente a Terrazzo e con precedenti specifici alle spalle, individuato come uno dei personaggi dediti alla coltivazione illecita. 

I militari allora hanno iniziato a controllare le mosse dell'uomo, con pedinamenti e attività di osservazione a distanza, supportati anche da riprese fotografiche, che ha permesso loro di "mappare" i suoi spostamenti e contatti. Un'attività che è andata avanti giorno e notte, ma che ha permesso agli uomini dell'Arma di individuare un appezzamento di terreno e un rustico in disuso nelle campagne del comune di Terrazzo, proprio a ridosso dell’argine dell’Adige, dove B.G. era solito recarsi tutti i giorni. Un'accurata ispezione di questa zona ha permesso ai carabinieri di individuare, nascosto all’interno di un boschetto, tre diverse porzioni di terreno dove veniva coltivata la cannabis indica: si trattava in tutto di 400 piante di marijuana, una trentina delle quali alte circa 3 metri, per la maggior parte già con fluorescenze pronte per l’essicazione. La piantagione era servita da un vero e proprio impianto di irrigazione che attingeva l’acqua da un fossato limitrofo e che, tramite una pompa con generatore a motore, in poco tempo irrogava l’intera coltura. Sul posto inoltre, gli investigatori hanno potuto constatare che c’erano anche due paia di stivali e due forbici, motivo pr il quale hanno ritenuto che i “coltivatori diretti” fossero almeno due. Ben presto quindi è stato individuato anche il secondo uomo: si trattava di P.S., classe 1952, anch’esso di origini calabresi e residente a San Zenone di Minerbe. 

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Il blitz dei carabinieri è scattato nel pomeriggio del 6 luglio, quando i due sospettati sono stati notati arrivare sul posto a bordo dell'utilitaria di B.G., per poi dirigersi a piedi all'interno della piantagione e dedicarsi al proprio "lavoro". Una volta documentate tutte le operazioni, le forze dell'ordine hanno atteso che i due si allontanassero, bloccandoli poi a Nichesola per condurli in caserma a Legnago. 
Con l'ausilio di due unità del nucleo carabinieri cinofili di Torreglia, sono partite poi le perquisizioni delle abitazioni, che hanno permesso di trovare: tutta l'attrezzatura necessaria per la coltivazione, compresi i prodotti necessari alla crescita dei vegetali, nella zona della piantagione; 11 chilogrammi di inflorescenza di “cannabis indica” all'interno del rustico, messi ad essiccare in una camera dedicata su appositi tavoli; 103 grammi di cocaina già suddivisa in dosi, sostanza da taglio e 10 grammi di marijuana pronta, erano presenti invece in casa di B.G.; infine altri 2 grammi di marijuana sono stati rinvenuti nell'abitazione di P.S. 

Arrestati in flagranza di reato, entrambi sono stati condotti a Montorio in attesa dell'udienza do convalida che si è tenuta nella mattina di sabato, dove il gip del tribunale di Verona Raffaele Ferraro ha convalidato i provvedimenti e disposto la misura cautelare della custodia in carcere per B. G. e degli arresti domiciliari per P.S.

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