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Cronaca

Coldiretti: "Sbloccate l'area Marangona"

I 150 ettari di terreno sono vincolati dal 1975 per lo sviluppo della Zai

"Area Marangona: basta temporeggiare". Coldiretti Verona chiede una soluzione immediata e in tempi certi per l'annosa questione dei terreni agricoli che sono vincolati allo sviluppo del Consorzio Zai dal lontano 1975. Si tratta di 150 ettari di proprietà di 88 famiglie, un patrimonio immobiliare di nove milioni di euro a valore agricolo ma che ha un valore inestimabile se calcolato in base ai prezzi di mercato, dato che di recente, nonostante il vincolo all'esproprio che ne blocca qualsiasi utiilizzo, ne è stata trasformata la destinazione d'uso a servizi.

“Domani - afferma il presidente di Coldiretti Verona Damiano Berzacola - amministrazione comunale e Consorzio Zai si incontrano: che decidano qualcosa, siamo stanchi di continui rimpalli di responsabilità. Siamo stanchi di fare da banca ad un ente come la Zai che sarebbe nato per essere di servizio allo sviluppo economico della comunità, non per ostacolarlo, bloccando le possibilità di crescita su un territorio vastissimo, di proprietà altrui”. Parole che Berzacola ha detto anche all'assessore all'Urbanistica, nonché vicesindaco, Vito Giacino, che lo ha ricevuto assieme al direttore di Coldiretti, Pietro Piccioni, il segretario di zona Giorgio Girardi, e il presidente del Comitato della Marangona, Renzo Bonizzato. I proprietari dei terreni della Marangona, area destinata a sviluppo industriale del Consorzio Zai fin dal precedente Prg, quello del 1975, sono esasperati. Di fatto hanno una proprietà inutilizzabile vincolata ad un esproprio sulla quale non possono investire. E oltre al danno c'è la beffa. Ovvero il pagamento di un'imposta Ici da capogiro, l'80% in più rispetto a quella mediamente pagata per un'area analoga. “Una situazione insostenibile per quasi un centinaio di famiglie – afferma Piccioni - se il Consorzio Zai intende utilizzarli, bene, ma li utilizzi tutti, anche se a stralci ed entro 5 anni, altrimenti che il Comune svincoli l'area, in modo che i nostri coltivatori possano tornarne in possesso". Il Comitato dei residenti ha incaricato un legale di chiedere i danni per il mancato esproprio e per la permanenza quarantennale dei vincoli.

“Le aziende agricole sono quasi scomparse – spiega il Presidente del Comitato - per i vincoli urbanistici imposti che impediscono lo sviluppo strutturale delle aziende e le case sono praticamente abbandonate, sempre a causa dei vincoli, con i problemi di ordine pubblico che si possono immaginare, data la presenza di abusivi. Non ne possiamo più, se la situazione non si sblocca non esiteremo a ricorrere ad azioni eclatanti di protesta”. Il comitato chiede che si proceda all'esproprio e si faccia quello che da 40 anni si promette o, in alternativa, si svincolino i terreni e che si torni alla situazione originaria. Sono state fatte delle promesse di un piano articolato di acquisizione dell'area da parte del consorzio Zai ma non si vede niente di tutto questo. “Anzi – afferma Bonizzato – il Consorzio Zai procede nell'acquisto bonario dei terreni a macchia di leopardo a mano a mano che qualcuno cede per stanchezza. A prezzi di realizzo naturalmente, altro che valore del terreno a destinazione d'uso dei servizi”.

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