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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Cocaina dal Sudamerica, 26 chili per 20 arresti

Cinque le provincie impegnate per traffico internazionale di droga

Una lunga indagine quella che ha portato a decine di arresti nel Veronese per traffico internazionale di cocaina importata dal Sudamerica. Quaranta persone indagate, una ventina di provvedimenti di custodia tra i quali sei a pregiudicati, per ventisei chili sequestrati dal comando di Caprino nell’ambito dell’operazione “Brasil”. Ora si tanno attendendo gli ultimi arresti per essere dichiarata chiusa. Mancano all’appello cinque persone che, sommate a quelle notificate ieri dal giudice, faranno salire a quaranta i provvedimenti restrittivi. Oltre un anno di indagini e intercettazioni telefoniche che dal gennaio del 2009 sono arrivate alla svolta proprio dei giorni scorsi. Il comando dei carabinieri di Caprino si è reso protagonista delle operazioni che ha coinvolto, oltre all’Arma scaligera, le forze militari di Perugia, Roma e Firenze. Sono tredici le persone arrestate ieri, e oltre venti sono state interrogate e indagate ma a piede libero, per “insufficienza di prove”.

I grossisti di cocaina Odair Massola e Sadi Massola, di stanza in Brasile, riuscivano a rifornire i mercati italiani, prevalentemente Verona e Brescia, grazie all’occultamento in barili contenenti pietre ametiste destinate alla vendita nei mercatini etnici cittadini.

Una lunghissima inchiesta: a febbraio 2009 i carabinieri di Caprino, coordinati dal capitano D’Amato, arrestano durante un normale controllo, due cittadini ventenni di origini albanesi, Hakorja Bledar e Goga Arbri, entrambi residenti tra Firenze, Perugia e Roma trovati in possesso di dieci chili di cocaina. Attraverso le posizioni dei due si è proceduto con una “convergenza investigativa” tra Verona e i capoluoghi toscani e laziali. Dai due giovani albanesi, i militari sono riusciti a risalire a un veronese e da lì ai due brasiliani fermati, nel maggio scorso, all’aeroporto di Villafranca di ritorno dall’ultimo “viaggio” d’affari con oltre sedici chili di cocaina nei bagagli. Attraverso le informazioni in possesso le indagini hanno portato all’arresto della “testa di ponte” nei territori milanesi e bresciani, Leye Fallou, pasticciere senegalese di 45 anni. Poi l’identificazione degli spacciatori che venivano costantemente riforniti dai due Massola. Quasi cento chili di droga erano stati trasportati e smerciati nella provincia scaligera fina da gennaio 2009, per un totale di circa tre milioni di euro.

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