rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024

Cocaina in Curva Sud: 12 indagati, decine di consumatori e sospensione della licenza per un bar

Le indagini hanno riguardato le ultime partite dello scorso campionato: una persona è finita in carcere, 4 ai domiciliari e per 7 è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre sono state eseguite complessivamente 14 perquisizioni personali e locali

La zona dei bagni della Curva Sud, il settore dello stadio Bentegodi che ospita la tifoseria dell'Hellas Verona, nei match casalinghi si trasformava in una sorta di "zona franca" dove spacciare e consumare cocaina nel corso della partita, mentre in un bar della zona di piazzale Olimpia il consumo di droga sarebbe stato costante.
Questo è quanto emerso dall'indagine condotta dalla polizia di Stato di Verona, supportata dal Servizio Centrale Operativo e con la partecipazione della Digos, che nella mattinata di mercoledì ha eseguito 12 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti allo stadio e nell'esercizio pubblico: per una di queste è scattata la custodia in carcere, per 4 i domiciliari e per 7 l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre sono state eseguite complessivamente 14 perquisizioni personali e locali.

Via alle indagini

Le indagini della Squadra Mobile scaligera hanno preso il via in seguito all'arresto in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di 50 grammi di cocaina, di un uomo che insieme alla compagna convivente avrebbe rifornito di droga numerosi ultras dell’Hellas Verona, anche all'interno del settore Curva Sud e del bar Bentegodi, luogo di ritrovo dei tifosi scaligeri sia prima che dopo la partita. 
Le forze dell'ordine dunque hanno estesto l'attività investigativa all'impianto sportivo dove l'Hellas gioca le sue partite e al locale citato, utilizzando strumenti tecnici dedicati, grazie ai quali sarebbe emerso uno spaccato criminoso di inquietante allarme sociale: il giro di cocaina infatti avrebbe riguardato la coppia prima citata e una decina di altri pusher, provenienti da Verona e provincia con un'età compresa tra i 20 fino a sfiorare i 50 anni, che sarebbero stati in grado di muovere anche più di un centinaio di grammi di coca per ogni partita per soddisfare un grande numero di persone, circa 100, tutte appartenenti alla tifoseria scaligera: si tratterebbe di soggetti di tutte le età, come hanno riferito dalla questura nel corso di una conferenza stampa, alcuni dei quali "insospettabili" e/o appartenenti ad alcune frange oltranziste di gruppi organizzati. 
L'indagine dunque, partita dal match casalingo disputato alla fine di aprile con il Bologna, nel corso del campionato di Serie A 2022/2023, ha riguardato le ultime 5 sfide e avrebbe permesso di accertare l’esistenza di un vero e proprio bazar della droga all’interno dei servizi igienici della CurvaSud, con protagonisti decine e decine di ultras tra consumatori e spacciatori. 

Lo spaccio nei bagni

Secondo quanto appurato dalla Squadra Mobile della questura di Verona, l'attività di spaccio prendeva il via fin dall'apertura dei cancelli dello stadio, per poi proseguire senza sosta anche mentre la partita era un corso. Vista la grande richiesta e la mole di clienti, i pusher sarebbero stati disposti a collaborare tra loro, effettuando centinaia di cessioni di droga che sono state documentate nel corso dell'attività delle forze dell'ordine (vedi il video in testa all'articolo). Gli spacciatori sarebbero stati soliti preparare le strisce di cocaina sugli schermi dei cellulari, facendo così trovare la droga già pronta all'uso ai consumatori, che potevano facilmente darsi il cambio all'interno dei locali dei bagni. Droga che sarebbe stata introdotta al Bentegodi nascosta nell'abbigliamento intimo e nelle scarpe, eludendo così i controlli. 

Zona franca

Le forze dell'ordine sottolineano come le condotte utilizzate per introdurre e smerciare droga all’interno dell’impianto sportivo, mettano in luce il forte senso di impunità delle persone che sono state fermate, il quale sarebbe dato dalla loro appartenenza al gruppo dei tifosi e votato al non rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei comportamenti «che caratterizzano una parte del mondo oltranzista degli ultras dell’Hellas Verona caratterizzato dalla volontà di assumere il “controllo” del settore Curva Sud», tentando di eludere la vigilanza degli steward. 
Vigilanza che viene svolta allo stadio anche tramite l'utilizzo di impianti di videosorveglianza, i quali non sono ovviamente presenti nei bagni, che sarebbero così stati individuati come zone sicure per la cessione ed il consumo di droga. 

Accertamenti e licenza sospesa per il bar

Nel frattempo non si sono ancora conclusi gli accertamenti sui numerosissimi soggetti ripresi dalle telecamere, posizionate dalla polizia e utilizzate per le intercettazioni, mentre fanno uso di stupefacenti allo stadio. Sono già più di 80 le persone identificate con certezza dalla polizia di stato: tra queste, diverse risultano peraltro aver già commesso episodi di violenza nel corso di manifestazioni sportive. La questura evidenzia come la «sistematica cessione ed il contestuale ingente consumo di cocaina all’interno della Curva Sud, affollata di tifosi, mette in evidenza l’alto rischio di scatenare episodi di aggressività e violenza mettendo in concreto pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno dello stadio»
Come detto, le indagini hanno riguardato anche il bar Bentegodi, storico luogo di ritrovo della tifoseria dell'Hellas, il quale secondo la polizia sarebbe stato «pacificamente adibito ad abituale e costante luogo di consumo di cocaina». Gli investigatori infatti avrebbero riscontrato che lo spaccio all'interno del locale avveniva principalmente in occasione delle partite casalinghe della formazione gialloblu, ma anche in altri giorni in cui non erano in programma partite, facendo così registrare un via vai continuo di consumatori, sotto la supervisione della barista indagata, arrestata in flagrante insieme al compagno. Pertanto, il questore della provincia di Verona Roberto Massucci ne ha disposto la sospensione della licenza per 30 giorni ai sensi dell’art. 100 TULPS.

Perquisizioni

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati complessivamente 110 grammi di cocaina, 2,7 chili di hashish e 200 grammi di marjuana, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Uno dei soggetti finito ai domiciliari è stato infatti colto in flagranza di reato e in possesso della droga, mentre altri quattro, già sottoposti ai provvedimenti cautelari, verranno ulteriormente deferiti in stato di libertà per detenzione di sostanze stupefacente.
All’esecuzione delle misure cautelari ha preso parte anche personale del Servizio Centrale Operativo della polizia di stato e delle provincie di Venezia, Padova e Vicenza, anche con l’ausilio di cinofili e del reparto prevenzione crimine.
Le indagini proseguono per individuare i fornitori dei pusher. 

Le parole del questore Massucci

Roberto Massucci, questore di Verona, ha dichiarato: «Una operazione di grande rilievo che ripropone il rischio di curve protese all’appropriazione del territorio ed alla esclusione del controllo dello Stato. Ultrà non è sinonimo di illegalità ed è necessario stimolare la sensibilità dei Club nel lavoro con i tifosi anche rispettando spazi di colore e passione». Il questore auspica una collaborazione con la società Hellas Verona per interdire le vendite dei biglietti ai soggetti coinvolti e violare così un mondo definito "omertoso" come quello ultras. 

Video popolari

Cocaina in Curva Sud: 12 indagati, decine di consumatori e sospensione della licenza per un bar

VeronaSera è in caricamento