Richiedenti asilo e accoglienza. Cgil: "Clima pesante, no alla violenza"
Il sindacato condanna gli episodi di intolleranza avvenuti nel veronese contro i centri di accoglienza. "Non c'è nessuna invasione. Basta dare sostegno a chi incita all'odio e alla violenza"
L'ultima manifestazione contro l'accoglienza dei richiedenti asilo nel veronese è stata a Cazzano di Tramigna. E già la prossima è in programma per martedì prossimo 1 agosto a Pescantina. Ma oltre a queste proteste dure, ma tutto sommato pacifiche, ci sono anche episodi che di pacifico non hanno nulla, ma che hanno lo stesso obiettivo: evitare la creazione di centri di accoglienza straordinaria nei comuni della provincia di Verona. "Il clima che si sta respirando in questa estate veronese è sempre più pesante e difficile, e non per il caldo - scrivono dalla Cgil di Verona - Nonostante le continue rassicurazioni sull'andamento dell'economia, continua ad aumentare l'insicurezza delle persone: aumenta l'incertezza dei giovani sul loro futuro, aumenta la paura degli adulti di perdere la tranquillità costruita con anni di lavoro, aumenta per gli anziani la difficoltà di vivere con serenità. C'è, però, chi sulle insicurezze e difficoltà sta costruendo visibilità e fortuna politica. La paura viene, quindi, strumentalizzata ed alimentata ad arte, indicando quali responsabili di difficoltà e angosce chi sta peggio di noi, anziché un sistema che continua a produrre sempre maggiori diseguaglianze ed ingiustizie sociali".
In questo modo il sindacato veronese affronta la tematica dell'immigrazione e dell'accoglienza facendo riferimento alle diverse manifestazioni che si susseguite nei diversi comuni. "Si crea allarme sociale diffondendo notizie infondate e si incitano i cittadini a difendersi - fa sapere la Cgil - Si rappresentano gli ospiti dei centri di accoglienza come delinquenti dediti a furti e stupri o, nella migliore delle ipotesi, fannulloni mantenuti a nostre spese ed a discapito dei cittadini italiani bisognosi. Si rappresenta un'invasione di persone pericolose che mirano a impadronirsi del nostro paese e, soprattutto, delle nostre risorse. La realtà è molto diversa. Il numero dei rifugiati nel mondo è in continua crescita, ma la maggior parte rimane nei paesi prossimi alle zone di conflitto. Le prime cinque nazioni a ospitare rifugiati sono Turchia, Pakistan, Libano, Iran e Giordania. Se in Europa il numero di persone richiedenti asilo negli ultimi anni è più che raddoppiato, il maggior numero di richieste di asilo è stato presentato in Germania (35% del totale europeo). L’Italia è il quinto paese dell'unione per numero di richieste, pari a poco meno del 7% del totale. Nel nostro paese ad un aumento degli ingressi di richiedenti e rifugiati, corrisponde una diminuzione degli ingressi per lavoro. I permessi di soggiorno per lavoro nel 2016 sono stati circa 22 mila a fronte degli oltre 150 mila del 2007. Gli immigrati residenti sul suolo italiano sono circa l'8% della popolazione. Nessuna invasione in atto, quindi, così come non corrisponde al vero l'aumento della criminalità ad opera degli immigrati".
La posizione della Cgil è dunque distante da quella di chi varie volte è sceso in piazza contro l'accoglienza. Il sindacato però non chiede che queste manifestazioni siano vietate, ma condanna gli episodi di violenza. "Le aggressioni e le intimidazioni ai danni degli ospiti dei centri di accoglienza e degli operatori che vi operano, la ritorsione, gli atti di vandalismo, indicano che si è superato il livello di guardia - concludono dal sindacato - Questi episodi, gli attacchi incendiari dei mesi scorsi ad edifici che ospitano o dovrebbero ospitare centri di accoglienza, uniti ad ulteriori gravi episodi di intolleranza che si stanno registrando in varie parti d'Italia, rimandano alla memoria periodi storici che credevamo non potessero più ripetersi. La procura di Verona ha avviato indagini su quanto successo a Roncolevà ed è una buona notizia. Ma non basta. Il fenomeno migratorio che sta investendo l'Europa durerà a lungo, non si fermerà né con i muri né con i fili spinati. Va affrontato seriamente come tale e non come fenomeno emergenziale. Le attuali leggi sull'immigrazione sono inadeguate e vanno modificate. Ci rivolgiamo ai politici e agli amministratori locali affinché tornino a svolgere il compito primo della politica, cioè indicare soluzioni e lavorare per risolvere i problemi, anziché inseguire facili consensi a fini elettorali dando spazio, voce e sostegno a chi incita all'odio e alla violenza. E lanciamo un appello a cittadini/e, lavoratori/trici affinché respingano la logica che contrappone, mettendoli in competizione tra loro, cittadini italiani da un lato e migranti, richiedenti asilo e rifugiati dall'altra e si oppongano ad atteggiamenti di intolleranza, odio e razzismo".