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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

"Cercate nefandezze e foto imbarazzanti dei concorrenti": l'ordine ai candidati M5S veneti

Il messaggio divenuto di dominio pubblico è stato inviato dal responsabile comunicazione in Veneto a tutti i candidati del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni: "Faremo molta comunicazione negativa sui partiti quindi cercatevi i diretti concorrenti e tirate fuori il peggio"

Sta diventando virale sui social lo screenshot di quella che avrebbe dovuto nelle intenzioni restare una "comunicazione riservata", inviata in una chat a tutti i candidati pentastellati del Veneto alle prossime elezioni politiche dal responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle Ferdinando Garavello. La vicenda è stata inizialmente raccontata dal quotidiano Il Gazzettino ed ha subito suscitato un certo clamore anche a livello nazionale. Il contenuto del messaggio è piuttosto eloquente:

«Messaggio importante (scritto a caratteri grandi): in questa campagna elettorale faremo molta comunicazione "negativa" sui partiti e sui candidati che corrono in Veneto.

Quindi ognuno di voi va a cercarsi i diretti concorrenti e tira fuori tutto il peggio che si può tirare fuori. Nefandezze, foto imbarazzanti, dichiarazioni e tutto quello che può servire a fare campagna negativa su di loro

I nomi sono pubblicati su tutti i giornali, buon divertimento. Avete tempo fino a questa stasera».

Si tratta di una direttiva calata dall'alto con i toni drastici ed imperativi di chi sa di star comunicando qualcosa di tutto sommato "già noto" al suo pubblico, la «campagna negativa» come vero e proprio strumento politico. È per questo che le parole di giustificazione pronunciate dal responsabile della comunicazione del M5S Ferdinando Garavello, dopo essere stato interpellato sul caso, suonano comunque piuttosto inverosimili: «È un'operazione trasparenza»

Sarà anche ufficialmente "un'operazione di trasparenza", ma ha tutta l'aria nel concreto di essere piuttosto un tentativo di screditare l'avversario politico, sempre e comunque, con ogni mezzo possibile, indipendentemente dalle proposte o dai contenuti. Per essere buoni, non esattamente la perfetta incarnazione di un'idea costruttiva e propositiva della politica. Che ne è del rispetto tra avversari nella contesa, se per partito preso si sceglie anzitutto di delegittimare il rivale cercando di tirare fuori «nefandezze, foto imbarazzanti, dichiarazioni e tutto quello che può servire a fare campagna negativa su di loro»? Siamo davvero certi che sia questo il modo più "onesto" di fare politica?

Le difese a 5 Stelle

Diversa, ad ogni modo, l'interpretazione della vicenda fornita dagli esponenti pentastellati, a cominciare dal consigliere regionale e coordinatore della campagna elettorale del M5S Jacopo Berti che in merito, in un lungo post pubblicato su Facebook nel quale si scaglia peraltro violentemente contro Il Gazzettino, ha ribadito il concetto della "campagna informativa all'insegna della trasparenza":

«Il concetto è che se i nostri candidati hanno di fronte un condannato, un personaggio impresentabile, è importante che ce lo facciano sapere.

Se le altre liste hanno impresentabili all'interno è giusto che i cittadini lo sappiano. Questa è un’operazione trasparenza e non un linciaggio degli avversari, e se le chat fossero state pubblicate integralmente, e non per stralci, sarebbe stato chiaro». 

Secondo il consigliere regionale Jacopo Berti, nella conversazione da cui è stata estrapolata la parte incriminata della conversazione poi divulgata e fatta circolare pubblicamente si leggerebbe anche quanto scritto da uno dei candidati veneti del M5S interno alla chat, in risposta proprio all'arrivo del messaggio poi finito al centro delle polemiche: 

«Davvero si deve puntare a sputtanare l'avversario più che a enfatizzare il movimento?»

A quel punto la risposta sarebbe arrivata da un senatore (secondo Il Fatto Quotidiano si tratterebbe di Giovanni Endrizzi):

«No».

Questa sarebbe dunque la «la verità contenuta nella chat» secondo Jacopo Berti che ha rincarato la dose accusando gli avversari politici di star facendo girare fake news:

«Hanno forse paura che ricordiamo agli italiani che in Veneto ci sono candidati come Niccolò Ghedini, - ha quindi aggiunto Jacopo Berti - un parlamentare uscente che nell’ultima legislatura ha inanellato oltre il 99% di assenze in Parlamento. Oppure Elisabetta Casellati, che corre per la sesta volta alle Politiche ed era sottosegretario alla giustizia quando sono stati tagliati gran parte dei tribunali del Veneto, depotenziando la giustizia in una regione che ha le procure intasate dai faldoni di Mose e banche venete. Vi pare poco?

Oppure ancora il consigliere regionale Sergio Berlato, paladino dei cacciatori che aveva rotto con Berlusconi nel 2014 per la sua svolta animalista. Bene: Berlato, assieme alla candidata Maria Carretta, è a processo perché è accusato di aver utilizzato dati personali di persone ignare per iscriverle all’allora Pdl a loro insaputa. Berlato e Carretta correranno per Berlusconi - ha quindi concluso il coordinatore della campagna elettorale in Veneto del M5S - e queste sono le cose che vanno cercate e dette ai cittadini, perché sappiano chi sta chiedendo il loro voto». 

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