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Cronaca San Zeno / Corso Castelvecchio

Castelvecchio, Tosi fa causa a Sicuritalia ma dei quadri ancora nessuna notizia

L'amministrazione comunale ha dato l'incarico all'avvocato di intentare causa all'agenzia di vilianza, che secondo il primo cittadino non avrebbe rispettato il contratto stipulato

Il Sindaco Flavio Tosi ha fatto il punto sul contratto in essere fra il Comune di Verona e Sicuritalia Spa, in relazione alle procedure di controllo previste per la vigilanza del Museo di Castelvecchio.
In particolare, il Sindaco ha contestato quanto affermato da Sicuritalia nella nota inviata al Comune successivamente alla rapina delle 17 opere d'arte, trafugate dal Museo lo scorso 19 novembre, in cui la società sostiene che tra le procedure di vigilanza del Museo non sia previsto un controllo da remoto, in caso di mancato inserimento dell'allarme negli orari convenuti.

Nell'offerta di gara presentata dalla North East Services, la società rilevata da Sicuritalia - spiega il Sindaco - al capitolo “periferiche GSM o GPRS Bidirezionali”, punto b Completezza di informazioni, è esplicitamente indicato: “il trasmettitore è in grado di inviare, in tempo quasi reale, ben 8 informazioni (doppie) diversificate, cosicchè l'operatore di centrale può seguire costantemente quanto accade sull'impianto. Potranno così essere prontamente rilevati disinserimenti dell'impianto a orari non previsti, l'eventuale mancanza di inserimento all'orario stabilito, allarmi differenziati antifurto (anche per area), antincendio, antirapina e eventuali altre anomalie”.
Il servizio di vigilanza - continua il Sindaco - era stato affidato in esito ad una gara pubblica in cui, nella parte dell'offerta tecnica, era stata chiesta una relazione sulle modalità di acquisizione dell'allarme e sulle attività svolte dalla Sala operativa. Nella documentazione presentata dalla North East Services, la ditta aggiudicataria che per la qualità del servizio offerto aveva peraltro ottenuto il punteggio massimo su questo specifico punto, era espressamente previsto che dalla Centrale Operativa sarebbe stato possibile rilevare anche il mancato inserimento dell'allarme. A queste modalità di svolgimento del servizio, quindi, si era obbligata la ditta aggiudicataria con il contratto sottoscritto dal Comune, contratto in cui è poi subentrata ad ogni effetto di legge Sicuritalia Spa.
Pertanto - conclude il Sindaco - l'Amministrazione comunale ha dato incarico al professor avvocato Claudio Consolo di intentare causa a Sicuritalia, che ha la responsabilità piena e totale del mancato intervento di controllo.

Intanto le indagini per recuperare le opere proseguono, con il capo della banda, Vasile Mihailov, che fino a questo momento avrebbe preferito non collaborare con la polizia moldava. Gli inquirenti avrebbero tra le mani le intercettazioni in cui Mihailov parla con l'amico Vasile Cheptene dello spostamento dei quadri, in attesa di cederli a dei compratori ucraini. La banda però è riuscita a complicare molto bene la vita delle forze dell'ordine, utilizzando anche lingue diverse da una telefonata all'altra e linee telefoniche "pulite", riuscendo così a fare perdere le tracce dei dipinti. 

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