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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Povegliano Veronese / Piazza IV Novembre

Guerriero longobardo con una protesi all'avambraccio. Sepolto nel veronese

Lo scheletro del ribattezzato "Capitan Uncino" era stato trovato in una necropoli a Povegliano Veronese ed è stato conservato Museo di Antropologia "Sergi" della Sapienza di Roma. Aveva un coltello al posto della mano

Lo hanno ribattezzato il "Capitan Uncino" longobardo. È un guerriero di mezza età, sepolto più di mille anni fa in una necropoli a Povegliano Veronese e il cui scheletro è conservato al Museo di Antropologia "Sergi" della Sapienza di Roma. Questo scheletro è stato oggetto di uno studio pubblicato sul Journal of Anthropological Sciences dai ricercatori della Sapienza e dell'Università Cattolica di Milano, come riportato da Ansa.

Lo si può chiamare "Capitan Uncino" perché i ricercatori hanno dimostrato che a lungo quest'uomo ha vissuto con una protesi all'avambraccio destro composta da una lama. In pratica aveva un coltello al posto della mano.

La prima autrice dello studio, Ileana Micarelli, ha spiegato che nella tomba del guerriero longobardo un coltello è stato trovato all'altezza del bacino, quando di solito queste armi si trovano sepolte a fianco del cadavere. Le ossa del braccio mostravano i segni dell'amputazione, eseguita di netto, e tracce organiche di pelle o legno che molto probabilmente componevano il sistema con cui l'uomo si era fissato la protesi sull'avambraccio. Tra i denti, inoltre, è stato trovato del cuoio, con cui si pensa fossero fatte le stringhe che servivano per legare la protesi. L'uomo quindi se la sarebbe legata da solo, usando la mano sinistra e i denti. A sbalordire i ricercatori anche il fatto che sull'arto amputato non siano state trovate tracce di infezioni, segno che l'uomo era stato curato con molta premura.

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