Camorra nel Veronese, due coinvolti nelle indagini sul clan Senese
Sono una donna di Villafranca ed un campano residente a Valeggio. Per loro è scattato l'obbligo di dimora, ma in totale sono 28 gli arresti nell'operazione «Affari di famiglia»
Sono stati gli uomini della guardia di finanza e quella della polizia ad dare esecuzione ieri, 7 luglio, a 28 misure misure cautelari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma. L'operazione è stata denominata «Affari di famiglia» ed ha portato 16 cittadini in carcere, 6 agli arresti domiciliari ed per altri 6 è stato ordinato l'obbligo di dimora. Le accuse sono, a vario titolo, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, con l'aggravante di aver agito con metodo mafioso.
La famiglia sui cui affari le forze dell'ordine indagavano da anni è quella dei Senese, facente parte della camorra campana, ma trasferitasi a Roma. Dalla capitale, i Senese avrebbero gestito una serie attività criminali che sconfinavano anche in altri territori italiani, tra cui anche la provincia di Verona. Tra i 6 cittadini che hanno ricevuto l'obbligo di dimora ci sarebbero, infatti, una donna di Villafranca e un residente di Valeggio sul Mincio originario della Campania.
Il capo del clan Senese sarebbe Michele, detto Michele o' pazz. L'uomo è detenuto nel carcere di Catanzaro, ma anche da lì sarebbe riuscito a gestire gli "affari di famiglia". Affari che a Roma ruoterebbero principalmente attorno al traffico degli stupefacenti e al riciclaggio dei guadagni ottenuti dallo spaccio. Anche dal carcere, Michele Senese avrebbe tenuto le fila di tutto attraverso la moglie e il figlio, con cui poteva incontrarsi e scambiarsi messaggi in codice. Ma a capo dell'organizzazione, insieme a Michele Senese, ci sarebbe stato anche il fratello.
Le indagini, che hanno richiesto l'utilizzo anche di intercettazioni e videoriprese, si sono concentrate sui flussi di denaro che i Senese guadagnavano illecitamente e che venivano investiti in attività economiche attraverso prestanome o con prestiti su cui venivano applicati tassi d'interesse usurari. Prestiti che poi davano modo ai Senese di estorcere denaro o altri benefici dai debitori.
Il cittadino campano residente a Valeggio sarebbe stato proprio uno dei prestanome usati dai Senese, mentre la donna di Villafranca risulta coinvolta perché moglie di un uomo di fiducia del figlio di Michele o' pazz. E pare che lei non fosse all'oscuro dei contatti del marito.
Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno anche eseguito sequestri di beni e società del valore di oltre 15 milioni euro. Tra le società sequestrate ce ne sarebbe anche una di commercio di abbigliamento con sede nel Veronese.