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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Bocciata legge veneta sulla caccia, M5S: "Cacciatori presi in giro dalla maggioranza"

È polemica dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato le modifiche di legge volute dalla Giunta Zaia in materia di caccia. Pd e M5S vanno all'attacco: "I cacciatori in deroga sono stati imbrogliati con delle promesse puramente elettorali"

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 174 depositata giovedì 13 luglio, ha dichiarato illegittime le disposizioni sul nomadismo venatorio approvate con la legge regionale 27 giugno 2016, n. 18, il cosiddetto "Collegato agricoltura, caccia e pesca", voluto dalla Giunta Zaia e promosso grazie ai voti favorevoli di Lega, Lista Zaia, Forza Italia e Fratelli d'Italia.

“È stato bocciato - spiega il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni - l’articolo che consentiva a chi avesse optato per la forma di caccia da appostamento fisso di disporre di quindici giornate di caccia in forma vagante e viceversa, bocciata la norma che consentiva il nomadismo venatorio per trenta giorni in tutti gli ambiti territoriali di caccia senza essere iscritti e senza nemmeno comunicarlo; bocciato l’addestramento cani tutto l'anno; bocciato il recupero degli uccelli abbattuti in Laguna con l’uso di barche a motore e di fucile lontano dagli appostamenti di caccia; bocciata, inoltre, la caccia al cormorano, specie protetta".

Tra i maggiori sostenitori delle modifiche di legge poi dichiarate incostituzionali vi era stato il consigliere regionale Sergio Berlato, il quale all'indomani della senteza della Corte aveva esplicitato così il suo rammarico: "Prendiamo atto del pronunciamento della Corte Costituzionale e provvederemo ad inserire la mobilità per la caccia alla selvaggina migratoria, con una nuova formulazione, nel nuovo Piano faunistico venatorio regionale".

Eppure secondo il consigliere Zanoni il problema è ben più radicale: "Questa maggioranza a traino leghista si è dimostrata incompetente in materia di caccia e fauna selvatica, nonché ignorante dei contenuti delle leggi statali e comunitarie in merito. È una vittoria a 360 gradi: la Corte Costituzionale ha bocciato tutti gli articoli della Legge regionale n. 18 citati nel nostro esposto al Governo che lo scorso agosto l’aveva poi impugnata. La decisione della Suprema Corte ha portato alla luce che i cacciatori in deroga sono stati imbrogliati con delle promesse puramente elettorali - conclude Zanoni - impossibili da mantenere”.

Dello stesso avviso si è detta anche la deputata padovana Silvia Benedetti del M5S, commentando la sentenza 174 della Corte Costituzionale riguardo la legge veneta sulle attività venatorie: "La prima considerazione che mi sento di fare è che chi ci governa, che è in perenne campagna elettorale, più che peccare per l’ennesima volta in incolmabile incompetenza, abbia preso in giro i cacciatori portatori di voti, promettendo loro l’impossibile".

“La Regione Veneto continua a voler agevolare in tutti i modi il mondo venatorio invece di dare attuazione alla legge 157. Questa legge nazionale fornisce strumenti validi per tutelare la fauna ed il territorio, non applicarla sta producendo conseguenze molto gravi. Zaia per primo mostri un po’ di umiltà e di buon senso - conclude quindi la deputata Benedetti - e invece di farsi travolgere dalle smanie venatorie di Berlato, attui la legge sulla protezione della fauna e la disciplina dell'attività venatoria e sicuramente qualcosa potrà migliorare”.

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