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Cronaca Via Matozze

Ca' del Bue. "Riciclate idee vecchie. Meglio ottimizzare il porta a porta"

Per i comitati e le associazioni contro l'inceneritore parla Samuele Nottegar: "La separazione dell'umido dal resto dei materiali aumenta la percentuale di raccolta differenziata"

"Quello che in questi giorni viene fatto passare come un rinnovamento nella gestione dei rifiuti a Ca' del Bue non è altro che il riciclo di una soluzione pensata negli anni '80, quando l'incenerimento con i forni a letto fluido era la tecnologia più avanzata e la raccolta differenziata doveva ancora essere inventata".

Così parte l'affondo di Daniele Nottegar, che parla a nome dei comitati e le associazioni contro l'inceneritore a Ca' del Bue. Il nuovo capitolo che si vorrebbe aprire per la struttura dopo aver abbandonato l'idea dell'inceneritore, è ancora ancorato al passato secondo Nottegar che scrive: "La parte che Agsm adesso ci dice essere una scelta ecologica in realtà era quello che serviva all'inceneritore per funzionare. Quando è stato pensato esisteva solo il rifiuto indifferenziato che veniva separato dall'impianto di selezione meccanica attualmente usato da Amia e che continuerà ad essere utilizzato seppure con qualche miglioria. Il rifiuto umido contaminato dai pezzettini degli altri materili con cui era mescolato nei cassonetti e durante la fase di selezione non poteva essere riciclato come compost o come fertilizzante e quindi veniva mandato nei digestori per produrre gas. Il resto del materiale estratto veniva invece trasformato in piccoli cilindri che sarebbero stato bruciati nell'inceneritore che avrebbe anche bruciato i residui della biodigestione. Quindi, a parte il trasferimento della Transeco da Zevio a Ca' del Bue, il resto sono soluzioni vecchie che sostanzialmente manterranno la raccolta differenziata di Verona al livello attuale".

"Attualmente - continua Nottegar - delle 300 tonnellate al giorno di rifiuto indifferenziato che viene trattato con l'impianto di separazione meccanica di Ca' del Bue circa 100 (carta, plastica, stoffa e tutto quello che brucia) vengono trasformate in combustibile per gli inceneritori dell'Est Europa, altrettante (umido contaminato) vengono utilizzate come materiale per ricoprire le discariche ed il resto (altre 100 tonnellate di materiale sporcato dall'umido e quindi invendibile) vengono mandate in discarica. Quindi la biodigestione potrà essere usata solo per la parte umida mentre il resto continuerà ad essere bruciato negli inceneritori o ad essere portato in discarica. Non è chiaro perchè Agsm ed Amia non abbiamo scelto di ottimizzare la raccolta porta a porta dell'umido. La separazione dell'umido dal resto dei materiali evita di sporcarli e quindi ne rende più facile la separazione e la selezione portando ad un ulteriore aumento della percentuale di raccolta differenziata con recupero di materia invece di andare ad alimentare gli inceneritori all'estero. E magari con quello che si guadagna vendendo i materiali recuperati si potrebbe abbassare la Tari ai veronesi".

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