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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Valverde / Via Salvo D'Acquisto

Blitz all'alba: banda in manette per furti, maltrattamenti, vendita armi e altro

Otto persone sono state arrestate dai carabinieri, al termine di un'indagine che ha visto coinvolti cittadini italiani di etnia sinti e marocchina

Nella notte tra ieri e oggi, 11 e 12 maggio, nelle province di Venezia, Verona, Piacenza e Rovigo, circa cento carabinieri hanno eseguito otto misure di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Venezia. Il giudice ha accolto la richiesta presentata dalla procura lagunare, la quale ritiene che sette cittadini sinti ed un marocchino siano responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto aggravato, ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e acquisto e vendita di arma con munizioni.
Oltre agli otto arresti, i carabinieri sono stati impegnati in perquisizioni nelle case dei prensunti responsabili e di altri 15 italiani, fra cui anche quattro minorenni per cui procede la procura per i minorenni di Venezia. Per questi quindici italiani non è scattata la custodia cautelare ma sono tutti indagati per gli stessi reati degli otto arrestati.

L'indagine è stata condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Venezia tra settembre 2018 e ottobre 2019, il quale si è concentrato su alcuni appartenenti alla comunità sinti residenti nel Veneziano (a Cavarzere e a Mestre) e anche nel campo nomadi di Verona, dove risiedeva un minorenne il quale sarebbe pienamente inserito nell'associazione a delinquere finalizzata ai furti.
L'attività ha consentito di evidenziare gravi indizi di colpevolezza a carico degli arrestati per aver costituito una banda dedita a furti in abitazione e su automezzi parcheggiati vicino a supermercati e cimiteri. A loro sarebbero imputati più di 100 furti in numerose provincie venete, lombarde ed emiliane. L'ammontare di questi furti è stato contabilizzato in mezzo milione di euro.

Gli investigatori avrebbero anche scoperto il canale di ricettazione del materiale rubato, il quale finiva in Marocco attraverso l'intermediazione del marocchino arrestato. Sarebbe stato, inoltre, accertato l’indebito utilizzo delle carte di pagamento rubate, con prelievi per oltre 50mila euro.

Durante le indagini è stata individuata e sottoposta a sequestro refurtiva per un valore di circa 100mila euro.

Sarebbe stato anche appurato l'acquisto di una pistola semiautomatica da parte di un appartenente all'associazione per delinquere.

Il tutto sarebbe partito dalla denuncia da parte della convivente di un membro della banda, la quale sarebbe stata portata in una casa protetta perché vittima di maltrattamenti messi in pratica dal coniuge e dai suoceri, tutti e tre appartenenti all'associazione a delinquere. Violenze che si sarebbero concretizzate anche quando la vittima era incinta.

Le iniziali dei nomi degli arrestati sono: H.B., marocchino del '75 di Noventa Padovana (Pd); S.D.B., veneziana classe '97; D.F., legnaghese del '74 residente a Cavarzere (Ve); G.F., anche lui di Legnago e residente a Cavarzere, ma classe '97; S.L., veneziana del '94; E.L., veneziano del '97; P.H, nato a Soave nel '92 e residente a Cavarzere; B.H., nata a Piove di Sacco (Pd) nel '75 e residente a Cavarzere.

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