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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Bimbo di 3 anni tolto alla famiglia affidataria e dato in adozione: «Insensato, non è un pacco»

«Nel giorno di Santa Lucia, - ha dichiarato il consigliere regionale Valdegamberi - un bimbo viene strappato dalla famiglia e mandato in un istituto per l'adozione per un errata valutazione di un assistente sociale. Il Tribunale riesamini subito il caso»

«Non si può mandare in una comunità un bambino di tre anni che vive tranquillo con una famiglia affidataria solo per colpa di un verbale di un assistente sociale. È ciò che sta avvenendo nel Comune di Verona. Conosco personalmente il caso e la famiglia affidataria. Da ex assessore regionale al sociale che aveva approvato tutte le linee guida sull’adozione e sull’affido trovo questa decisione del Tribunale dei Minori di Venezia del tutto inappropriata e lesiva del primario interesse del bambino». A dichiararlo, prendendo posizione in modo netto sulla vicenda che vede suo malgrado protagonista un bimbo di soli 3 anni, è stato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi.

«Nel giorno di Santa Lucia, - ha quindi aggiunto Valdegamberi - un bimbo viene strappato dalla famiglia e mandato in un istituto per l'adozione per un errata valutazione di un assistente sociale. Il Tribunale riesamini subito il caso perché i bimbi non sono pacchi postali». Il bambino in questione, secondo quanto raccontato quest'oggi da Camilla Ferro sul quotidiano L'Arena, è nato da una giovane con gravi problemi di salute, alla quale già nel 2016 era stata tolta dai giudici la «responsabilità genitoriale». Il padre, a sua volta, aveva scelto di non riconoscere il figlio, mentre avrebbe dei nonni materni, entrambi di mezza età e che avevano avanzato la richiesta al Tribunale per essere riconosciuti quali affidatari. Ora, mentre il piccolo viveva con una famiglia affidataria, è però giunta la sentenza del Tribunale dei minori che certifica lo status di «adottabilità» del bambino, il quale da qualche giorno è accolto in una comunità, tecnicamente in attesa di adozione. I parenti del piccolo hanno presentato ricorso e l'udienza si terrà a gennaio, ma nel frattempo il piccolo di tre anni non potrà trascorrere le feste né con la famiglia affidataria, né con quella che i suoi nonni, e forse non solo loro, considerano la "sua" famiglia.

«La priorità è quella del mantenere il più possibile il bimbo all’interno del contesto familiare di provenienza, - ha quindi commentato l'intera spiacevole vicenda il consigliere regionale Valdegamberi - soprattutto di non interrompere le relazioni affettive instaurate con la famiglia affidataria che si è pure resa disponibile per l’adozione. Non ci sono ragioni burocratiche che tengano di fronte al bene di un bambino e gli errori si possono anche correggere, non perpetrare».

«I servizi sociali del Comune di Verona prendano subito i contatti con il Tribunale, - ha quindi incalzato Valdegamberi - evidenziando la loro errata valutazione del caso di cui chiedo anche l’interessamento dell’Assessore regionale al sociale. Lo strappo è avvenuto il giorno di Santa Lucia. Spero che non siano più questi i regali che la pubblica amministrazione da ai bimbi di questo Paese e che le situazioni come questa siano valutate con maggiore attenzione e non lasciate al libero arbitrio degli umori di un assistente sociale».

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