rotate-mobile
Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Rivendicato attacco hacker ad Aoui. «Pagate 10 Bitcoin o pubblichiamo tutto»

A rivendicare il crimine informatico è stata la gang nota con il nome di Rhysida. Linea dura dell'azienda ospedaliera: «Non prendiamo in considerazione richieste di riscatto. Non c’è stata perdita di dati»

Un'estorsione. Ecco la motivazione dell'attacco hacker subìto dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Aoui) nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 ottobre. Il crimine informatico è stato rivendicato oggi, 10 novembre, dalla cybergang nota col nome di Rhysida. La banda ha dato una settimana di tempo all'azienda veronese per pagare 10 Bitcoin, il cui attuale valore è di poco inferiore ai 350mila euro, per evitare la pubblicazione dei dati rubati attraverso l'attacco informatico.

Aoui ha però risposto che «non prenderà in alcuna considerazione richieste di riscatto da parte dei criminali informatici». L'azienda ha infatti confermato quanto già riferito subito dopo l'hackeraggio, ovvero «che non c’è stata perdita di dati anche grazie all’entrata in funzione del Sio, ma, a quanto al momento noto, una circoscritta fuoriuscita di file».

Ed è probabile che i file fuoriusciti siano in parte quelli mostrati da Rhysida nella sua rivendicazione. I criminali informatici, per dimostrare di essere in possesso di dati e informazioni importati, hanno pubblicato alcune immagini censurate del materiale presumibilmente rubato. Materiale che sarà pubblicato o rivenduto se gli hacker non saranno pagati.

«Polizia postale, magistratura e azienda ospedaliera, in costante contatto con la Regione - ha concluso Aoui - sono impegnate, ciascuna per le proprie competenze, per valutare la notizia fatta circolare. Nel frattempo, sono state intraprese tutte le azioni legali atte a tutelare l’azienda e i suoi pazienti».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rivendicato attacco hacker ad Aoui. «Pagate 10 Bitcoin o pubblichiamo tutto»

VeronaSera è in caricamento