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Cronaca Centro storico / Via Giuseppe Mazzini

Verona. Altri 206 profughi arriveranno nel capoluogo scaligero: Prefettura alla ricerca di alloggi

La riunione convocata per lunedì a Venezia ha stabilito che altri mille migranti arriveranno nelle prossime ore nel Veneto, con una percentuale destinata naturalmente anche al capoluogo scaligero

Nonostante il rifiuto di enti locali come comuni e province, un migliaio di nuovi migranti sono attesi in Veneto, provenienti per lo più dall'Africa ma anche da Asia e Medio Oriente. Di questi 200 sono destinati alla provincia scaligera e per loro la prefettura si sta già muovendo. 

Nel vertice tenutosi ieri a Venezia, e convocato dal prefetto Domenico Cuttaia, alla presenza dei sindaci dei capoluoghi veneti, dei presidenti della provincia e dei prefetti, il presidente della regione Luca Zaia ha ribato il suo "no" a nuovi arrivi, sostenuto dai presenti (tra i quali spiccano le assenze di Achille Variati, sindaco di Vicenza, e Giovanni Manildo, sindaco di Treviso). Una riunione che si è svolta poche ore dopo l'ultima tragedia in mare dove circa novecento profughi hanno perso la vita e che, nonostante il rifiuto dei politici presenti, richiede comunque una soluzione. Verranno quindi probabilmente stipulati nuovi accordi e convenzioni con le strutture ospitanti (alberghi, ostelli, centri di volontari), con lo Stato che mette a disposizione una quota di 35 euro a persona. Questo almeno è ciò che ha riferito ieri il prefetto Cuttaia ai giornalisti de L'Arena, facendo riferimento non solo alle 50 persone giunte ieri in terra veneta: "Saranno distribuiti sul territorio, perché proseguiremo con il solito criterio di parcellizzazione, evitando casermoni e tendopoli. Le contrarietà ci possono essere, ma il mio compito è quello di andare avanti e di offrire spazi a questa gente". 

Stando alle cifre offerte dal quotidiano L'Arena. Dei 3742 profughi assegnati al Veneto, il 18.54 % di questi, 694 in tutto, è destinato a Verona, che nelle strutture temporanee ne ospita ora 488. Nei prossimi giorni verrà dunque colmata la differenza tra i due valori, con l'arrivo di 206 persone. 

Alla riunione erano presenti in rappresentanza del comune e della provincia scaligera l'assessore ai servizi sociali Anna Leso, il comandante della polizia municipale Luigi Altamura, il vicepresidente Gualtiero Mazzi e il prefetto vicario di Verona Igino Olita. Dagli esponenti comunali è arrivato il rifiuto ad ospitare nuove persone, mentre le Prefetture continuano ad attivarsi, chiedendo se di fronte all'impossibilità di ottenere spazi nelle strutture di accoglienza già convenzionate, sia possibile requisire immobili pubblici o anche privati.

Nel tardo pomeriggio di ieri, anche il sindaco scaligero Flavio Tosi è tornato sulla vicenda: "Il ministro degli Interni gestisce l’emergenza dal momento in cui i profughi arrivano in Italia. Ho parlato pochi giorni fa con Alfano e mi ha ribadito questo concetto. Le cose, in effetti, stanno così. Il problema principale è la nostra politica estera: è soprattutto il ministro della Difesa che deve impedire altre stragi in mare. Per fare questo bisogna stabilizzare la Libia. Se l’Europa se ne frega dell’emergenza, come sta facendo, la responsabilità se la deve assumere l’Italia. La Francia, senza chiedere nulla a nessuno, ha destabilizzato la Libia. L’Italia invece deve darle stabilità, utilizzando anche le nostre motovedette, altrimenti non arriveremo mai a una soluzione. Sulla questione profughi bisogna usare l’intelligenza. A Verona, ad esempio, la Prefettura non ha mai imposto le scelte a nessuno: ha cercato, via via che cresceva l’emergenza, di dislocare queste persone in piccoli gruppi, in accordo coi singoli Comuni. Nella nostra provincia non ci sono state tensioni sociali. Poi è chiaro che se un prefetto impone cento clandestini a un Comune di duemila abitanti, fa saltare gli equilibri. Dipende molto dal buonsenso, dal confronto con le prefetture. Qui abbiamo creato integrazione e non scontro sociale. Se usi una caserma o una tendopoli per ammassare centinaia di profughi rischi di creare una bomba per il territorio. Crei qualcosa che si pensa provvisorio ma che poi diventa a lungo termine".

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