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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zevio / Via Mirandola

Lei tronca la relazione e lui le incendia la casa a Zevio. Arrestato 47enne

L'uomo è un cittadino italiano di origini tunisine di 47 anni ed è stato condotto in carcere dai carabinieri. Le iniziali del suo nome sono H.H. e l'accusa a suo carico è incendio aggravato

Lunedì scorso, 26 agosto, i carabinieri hanno condotto in carcere un cittadino italiano di origini tunisine di 47 anni, ritenuto responsabile dell'incendio che lo scorso Ferragosto ha reso inagibile un'abitazione in via Mirandola a Zevio. Le iniziali dell'arrestato sono H.H., l'accusa a suo carico è incendio aggravato e domani, 29 agosto, si terrà in carcere il suo interrogatorio di garanzia.
La carcerazione del 47enne è stata motivata da quella che l'autorità giudiziaria ha descritto come una «formidabile acquisizione investigativa», ovvero un'indagine certosina svolta dai carabinieri di Zevio e di cui oggi, 28 agosto, il comandante della compagnia di San Bonifacio Daniele Bochicchio ha dato giusto risalto.

L'incendio è scoppiato poco prima delle 14 di Ferragosto e i vigili del fuoco sono stati allertati da alcuni vicini di casa che avevano visto del fumo sospetto uscire dall'abitazione di Zevio. Nel giro di un paio d'ore, i pompieri spengono le fiamme che fortunatamente non hanno raggiunto le bombole di gpl che forniscono gas alla casa, altrimenti l'esplosione avrebbe potuto generare danni maggiori.
Sul posto, viene richiesto dai vigili del fuoco l'intervento immediato dei carabinieri, perché due uomini, tra cui il padrone di casa, stavano litigando e tra i due stava nascendo una rissa. La lite viene subito sedata e i militari cominciano a raccogliere le varie testimonianze. Nel frattempo, i pompieri assicurano ai carabinieri che l'incendio è di origine dolosa e così per i militari comincia la caccia al responsabile.
Già le testimonianze raccolte sul posto avevano aiutato i carabinieri. L'uomo che aveva litigato con il padrone di casa era H.H., un soggetto già conosciuto dalle forze dell'ordine, il quale non era riuscito a motivare in maniera convincente la sua presenza sul luogo dell'incendio. Il 47enne aveva dichiarato di aver visto il fumo dalla sua abitazione, fatto che i militari hanno ritenuto poco probabile. Inoltre, c'erano delle falle temporali nel suo racconto. Gli operatori, comunque, si sono annotati il suo abbigliamento e poi lo hanno lasciato andare.
Successivamente l'indagine si è concentrata sulle registrazioni di quindici telecamere di videosorveglianza, alcune pubbliche ed altre private. Il grosso dei lavoro dei carabinieri è stato proprio quello di visionare ore e ore di filmati, isolando dettagli che risulteranno poi determinanti. Uno di questi dettagli è l'immagine dell'auto di H.H., presente nelle vicinanze di via Mirandola in un'orario compatibile con quello del rogo.

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(L'auto di H.H. vicino a via Mirandola)

Ma la prova regina per i carabinieri è la registrazione di una telecamera che ha ripreso H.H. entrare nel cortile dell'abitazione e poi andarsene proprio nei minuti antecedenti al rogo. Immagini che mostrano l'uomo indossare gli stessi abiti che i carabinieri gli hanno visto addosso mentre raccoglievano la sua testimonianza.

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(H.H. nel cortile dell'abitazione incendiata)

I motivi del gesto sarebbero di tipo sentimentale. H.H. si frequentava da circa un anno con una donna, la quale era la ex compagna del padrone di casa, ovvero l'uomo con H.H. ha bisticciato mentre i vigili del fuoco spegnevano l'incendio. La donna, lo scorso gennaio, lo aveva denunciato per maltrattamenti in famiglia, reato di cui il 47enne si era macchiato anche in una precedente relazione. Il loro rapporto comunque è andato avanti fino al 12 agosto, giorno in cui la donna ha deciso di troncare definitivamente. Per ripicca, H.H. avrebbe dato fuoco all'abitazione dell'ormai ex compagna, abitazione di cui lui aveva conservato le chiavi.

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