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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Borgo Venezia / Via Montorio

Recuperata la refurtiva della rapina in casa a Verona in Borgo Milano: fermato un 27enne

Il fermo del 27enne albanese ed il sequestro sono il frutto di una complessa indagine, condotta in sinergia dalla polizia di Stato e dai carabinieri, nata dalla rapina del 25 luglio

La polizia di Stato e i carabinieri della compagnia di Villafranca, nel corso di una proficua collaborazione, hanno compiuto il fermo di un 27enne di nazionalità albanese, in Italia da circa tre mesi, il cui permesso è peraltro appena scaduto lo scorso 14 agosto. L'uomo, le cui i iniziali sono G. G., secondo quanto riferiscono gli inquirenti è stato fermato domenica scorsa 11 agosto, nei pressi del casello autostradale di Verona Est, a seguito di un'articolata indagine. Al momento si trova in carcere, dopo che è stato convalidato il fermo, e dovrà rispondere delle accuse di "ricettazione", "resistenza a pubblico ufficiale" e "danneggiamento".

La rapina in casa del 25 luglio e le indagini

Il fermo del 27enne albanese trae origine dalle indagini seguite alla violenta rapina in abitazione, patita da una coppia di coniugi veronesi, avvenuta lo scorso 25 luglio in una casa di Borgo Milano a Verona. Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dagli inquirenti, in quella circostanza tre uomini, descritti come aventi un accento dell'Est Europa, avrebbero compiuto la rapina con metodi brutali, imbavagliando e legando le vittime, depredando la cassaforte e tutto quanto riuscirono a trovare di valore.

Arresto 27enne per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento

Proprio a causa dell'eccezionalità di tale evento, la polizia di Stato e i carabinieri avviarono nei giorni successivi una vera e propria task force per cercare di risalire ai responsabili della rapina. Visionando i filmati a loro disposizione, gli inquirenti riferiscono di essere stati attratti da un'auto, una Fiat Croma, vista a circa un chilometro di distanza dal luogo della rapina in Borgo Milano. Ad incuriosire gli investigatori, inizialmente, fu proprio il modello dell'auto, piuttosto insolito da trovare in giro, ma soprattutto, una volta eseguiti i dovuti accertamenti, il fatto che risultasse intestata ad un uomo residente fuori dalla provincia veronese, e più esattamente in Trentino Alto Adige.

I servizi di pedinamento del veicolo sospetto

I carabinieri e gli agenti della questura scaligera, spiegano di aver quindi iniziato una serie di servizi di pedinamento, proprio con l'obiettivo di monitorare gli spostamenti della Fiat Croma che, nel frattempo, grazie alle telecamere di videosorveglianza, era stata individuata ancora presente in città. A questo punto gli inquirenti hanno attivato un servizio Gps per controllare costantemente i movimenti dell'auto sospetta. 

Nella giornata di giovedì 8 agosto, il conducente del veicolo monitorato da polizia e carabinieri, è stato notato dagli investigatori appartarsi in una zona rurale di Montorio. A seguito di un sopralluogo, i militari dell'Arma e i poliziotti hanno quindi trovato in quella zona una serie di materiali che, secondo gli inquirenti, avrebbero potuto essere ricondotti a furti o, eventualmente, rapine. Si tratta nella fattispecie di capi d'abbigliamento scuri, torce elettriche, fascette di plastica, guanti, il tutto abbandonato tra dei cespugli con, forse, l'intento di occultarli. Il materiale ritrovato è stato dunque sequestrato e in seguito analizzato.

L'arresto al casello autostradale

Corroborati i loro sospetti, gli inquirenti spiegano che nella mattinata dell'11 agosto, l'uomo da loro pedinato avrebbe compiuto una serie di giri insoliti rispetto a quanto fatto nei precedenti giorni. Oltre a ciò, sarebbe tornato nella stessa zona rurale di Montorio, per poi caricare in auto delle valigie. A quel punto poliziotti e carabinieri hanno intuito che il loro uomo, di lì a poco, avrebbe potuto abbandonare la città, e per questo hanno deciso di bloccarlo.

Effettivamente, l'auto con a bordo le valigie e il sospettato, si sarebbe poi diretta proprio verso il casello autostradale di Verona Est, dove ad attenderlo vi erano però i militari dell'Arma e gli agenti della questura veronese. Vistosi braccato proprio al casello d'ingresso dell'autostrada, secondo quanto riferito dagli inquirenti, il 27enne albanese pedinato dalle forze dell'ordine avrebbe dapprima infranto la sbarra del casello, quindi tamponato l'auto dei carabinieri che gli aveva sbarrato la via frontalmente. A quel punto avrebbe cercato di fuggire facendo retromarcia, ma alle sue spalle vi era già una pattuglia in borghese della polizia. Quale ultimo estremo tentativo di fuga, l'uomo avrebbe quindi cercato di scappare a piedi, portando con sé una zainetto dentro il quale si trovavano diversi preziosi.

Gli agenti e i militari, a quel punto, spiegano di aver quindi inseguito il 27enne albanese in fuga, fino a raggiungerlo e bloccarlo, nonostante una certa resistenza che ha provocato ferite sia a un poliziotto che a un carabiniere, in entrambi i casi giudicate poi guaribili in cinque giorni. 

Nel bottino parte della refurtiva della rapina del 25 luglio

Il 27enne albanese è stato quindi dichiarato in stato di fermo con l'accusa principale di "ricettazione". All'interno della sua borsa, infatti, gli inquirenti spiegano di aver trovato circa due chili di oro, oltre a 5mila euro in contanti. Tra il restante materiale sequestrato dalla polizia e dai carabinieri, trovato nelle altre valigie all'interno della Fiat Croma del fermato, è risultata esservi anche parte della refurtiva della rapina dello scorso 25 luglio in Borgo Milano.

Si tratta, naturalmente, di una circostanza importante che gli investigatori sono intenti a vagliare con accuratezza. Allo stato attuale delle indagini, non è possibile affermare che il 27enne, già gravato da precedenti per reati contro il patrimonio, abbia o meno a che fare direttamente con la rapina dello scorso 25 luglio. Quel che per il momento è consolidato, è che l'uomo si trovasse in possesso, tra i vari oggetti preziosi per un ammontare di centinaia di migliaia di euro, anche di una parte della refurtiva legata a quell'episodio specifico. 

L'ipotesi degli investigatori, inoltre, è che nel vasto complesso di oggetti di valore sequestrati vi possano essere anche gioielli, bracciali ed orologi vari, provento di altre rapine o furti avvenuti nei giorni precedenti in città e in provincia. L'appello che poliziotti e carabinieri hanno infine voluto rivolgere, è dunque quello indirizzato a tutti i cittadini che recentemente si siano visti sottrarre valori, di prendere contatto con le forze dell'ordine per, eventualmente, riconoscere tali oggetti preziosi tra quelli che compongono l'ampia refurtiva sequestrata al 27enne albanese fermato domenica scorsa. 

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