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Cronaca

Antonveneta, Brancher condannato a due anni

L'ex ministro veronese accusato di ricettazione e appropriazione indebita

L’ex ministro Aldo Brancher è stato condannato a due anni di reclusione e 4000 euro di multa a Milano nell’ambito del processo con rito abbreviato per un filone dell’inchiesta sulla tentata scalata ad Antoveneta da parte di Bpi.

Brancher è stato assolto da due dei quattro episodi di ricettazione che gli sono stati contestati, ed è stato condannato anche per i due episodi di appropriazione indebita. La posizione della moglie, Luana Magnezzo, accusata anche lei di appropriazione indebita in concorso con il marito, è stata stralciata e gli atti sono stati trasmessi a Lodi in quanto il giudice Anna Maria Gatto ha ritenuto il tribunale di Milano incompetente.

"Sono stati dimezzati i capi di imputazione - ha affermato l’avvocato Filippo Dinacci, difensore di Brancher insieme al collega Pier Maria Corto -. Il processo si fonda su tre gradi di giudizio e riteniamo che in appello anche questa parte residua possa essere risolta". Il pm Eugenio Fusco ieri mattina aveva chiesto per l’ex ministro, nell’ambito del processo che si è svolto con rito abbreviato, una condanna a 2 anni di reclusione e 6 mila euro di multa. Tale richiesta è stata in sostanza accolta dal giudice. Uno degli episodi per cui oggi Brancher è stato condannato riguarda la ricettazione di 200mila euro recapitati dall’ex ad di Bpi Gianpiero Fiorani all’allora parlamentare in una busta il 31 marzo 2005. Per tale vicenda venne indagato anche l’attuale ministro Roberto Calderoli, la cui posizione però è stata archiviata.

"Adesso esiste la prova provata che la nomina a ministro di Brancher è stata effettuata solo per sottrarlo alla condanna nel processo Antonveneta". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Ora Berlusconi si assuma la responsabilità politica di una nomina immorale ha messo in imbarazzo anche il presidente della Repubblica e rassegni immediatamente le proprie dimissione». «La condanna a due anni dell’ex ministro Aldo Brancher per ricettazione e appropriazione indebita nell’ambito dell’Affaire Antonveneta conferma la gravità della questione morale in Italia". Lo afferma in una nota il deputato centrista, Pierluigi Mantini. "Brancher - continua l’esponente dell’Udc - gode della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva ma non può negarsi che il governo Berlusconi offra ogni giorno motivi di allarme sul piano della legalità. La stessa improvvisa nomina di Brancher a ministro conferma una spiegazione inquietante anche per il ruolo che la Lega ha avuto nella vicenda Antonveneta. Occorrono segnali forti, a partire da una legge più severa sulla corruzione, che questo governo non è in grado di dare".

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