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Cronaca Lavagno / Via Chiesa Sabbion

Multe "illegittime" con il Vista Red, condannato l'ex capo dei vigili di Lavagno

Il colpevole è solo Andrea Volpe, ex comandante della municipale. Assolto l'imprenditore vicentino che aveva vinto l'appalto per l'installazione dei semafori incriminati anche nel Veronese

Un anno e quattro mesi di condanna e il risarcimento fino a 4mila euro. Questa la sentenza decisa per Andrea Volpe, ex comandante 44enne della polizia municipale di Lavagno, per l'ormai famosa vicenda dei Vista-Red, il sistema di rilevamento delle infrazioni in uso al Comune. Volpe è stato l'unico condannato nella vicenda, dato che l'altro imputato, l'imprenditore vicentino Daniele Scuccato, 47 anni, della Traffic Technology Srl di Marostica che si era occupata dell'installazione delle telecamere, è stato assolto con formula piena. L'ex vigile invece è stato condannato per falso in atto pubblico: sono state accolte le contestazioni mosse da una quindicina di cittadini secondo cui i semafori installati sarebbero stati usati per "succhiare soldi" tramite le multe. Il Vista Red era un congegno elettronico che che non solo fotografava chi passava col rosso ma registrava un filmato intero. E Volpe sarebbe stato chiamato in causa circa i verbali stilati e firmati senza rispettare le varie fasi dell'accertamento.

Sarebbe stata quindi parzialmente stravolta la richiesta del pm Valeria Ardito, che all'ultima udienza aveva chiesto cinque anni e mezzo in totale per i due accusati: tre anni per l'ex divisa e due e mezzo per l'imprenditore bassanese. Per il primo sono cadute la accuse di truffa e turbativa d'asta, mentre il secondo è stato dichiarato innocente su tutti i fronti. Il pm aveva alzato l'ipotesi di truffa aggravata, falso, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Secondo le accuse iniziali, infatti, i due imputati si sarebbero divisi il provento delle multe comminate grazie al dispositivo. In più i dati finiti sui verbali sarebbero stati rilevati direttamente dalla ditta di Marostica che poi li avrebbe elaborati e registrati su cd-rom rinviati in altre province. La turbativa d'asta era stata ipotizzata invece per i requisiti ritenuti "essenziali" per vincere la gara d'appalto a Lavagno, e cioè la registrazione dei filmati, mentre l'abuso d'ufficio legato all'invio delle multe è rientrato. Nel comune veronese il marchingegno aveva fruttato migliaia di euro arrivati da almeno 7mila multe. "Un modo illegittimo di carpire soldi dalle tasche dei cittadini".

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