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Cronaca Lazise

Alessandro Maria accolto a Roma, i medici: «Condizioni buone, il farmaco funziona»

Il piccolo Alex giunto all'Ospedale Bambino Gesù di Roma, verrà sottoposto presumibilmente a metà dicembre al «trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore»

Il piccolo Alessandro Maria, bimbo di 19 mesi affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, figlio di madre partenopea e padre veronese, è giunto ieri all'Ospedale Bambino Gesù di Roma. Il suo trasferimento in Italia è avvenuto dopo l'iter avviato al Great Ormond Street Hospital di Londra dove il bambino ha iniziato le sue cure. Il trattamento farmacologico attualmente in corso, si legge nella nota stampa divulgata ieri dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, «sta contribuendo efficacemente al contenimento della malattia e verrà proseguito presso il nostro Centro fino all'avvio della procedura trapiantologica».

I medici dell'ospedale romano hanno intenzione di sottoporre Alex ad una terapia innovativa, si tratta del trapianto di midollo da genitore attraverso la manipolazione delle cellule staminali. «A partire da oggi e nei prossimi giorni, - si legge ancora nella nota dell'ospedale capitolino - il bambino verrà sottoposto  a una serie di esami ematochimici e strumentali, necessari prima di procedere con il trapianto. Parallelamente, i genitori del piccolo effettueranno esami di screening al fine di valutarne l'eleggibilità alla donazione delle cellule staminali emopoietiche».

In virtù dei tempi tecnici indispensabili per le varie procedure di screening e la somministrazione delle terapie preparatorie, si prevede che il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore «verrà effettuato verosimilmente intorno alla metà di dicembre 2018». Si tratta anche in questo caso di un trapianto che comporta dei rischi, in particolar modo di «tipo infettivo» quando nella fase preparatoria le difese immunitarie del paziente «vengono sostanzialmente azzerate», ma anche di tipo «tossico» in fase di somministrazione della terapia di preparazione al trapianto, infine di carattere «immunologico». 

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