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Cronaca Soave / Via Crosaron

Aggressione al Soave Center, tre fermati con l'accusa di tentato omicidio

I carabinieri di San Bonifacio hanno descritto le indagini che in meno di due ore hanno portato ai fermi. Il movente sarebbe un regolamento di conti, ma non legato al traffico di stupefacenti

Per evitare che circolino informazioni sbagliate, i carabinieri di San Bonifacio hanno tenuto questa mattina, 17 giugno, una conferenza stampa sull'aggressione avvenuta mercoledì scorso, 12 giugno, nel parcheggio del centro commerciale Soave Center di Soave.

Il fatto è avvenuto intorno alle 16 e, poco prima delle 17.30, i militari hanno bloccato i tre presunti responsabili. Sono tre cittadini marocchini, due irregolari ed un regolare con residenza a Padova, uno di 32 anni, il secondo di 23 anni e il più giovane di 22 anni. Le iniziali del nome del 32enne sono B.D., quelle del 22enne sono B.H., e quelle del 23enne sono E.D.D.. Per loro si sono aperte le porte del carcere di Montorio ed è scattato il fermo di indiziato di delitto per concorso in tentato omicidio.
La vittima è anche lui un cittadino marocchino, irregolare nel territorio italiano. Le iniziali del suo nome sono C.A., ha 33 anni, ed è ancora in ospedale in prognosi riservata.

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(I carabinieri e il 118 che soccorrono C.A. nel parcheggio del Soave Center)

Le attività dei carabinieri sono partite alle 16, con la chiamata di una donna, seguita da altre chiamate. Tutte parlavano di una violenta aggressione nel parcheggio del Soave Center di Soave. I militari sono intervenuti immediatamente insieme al 118 e hanno trovato sull'asfalto del parcheggio il corpo di C.A.. Il 33enne era tutto insanguinato e i sanitari lo hanno trasportato in codice rosso all'ospedale di Borgo Trento a Verona.

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(I carabinieri al Soave Center)

Le indagini dei carabinieri sono state subito ben indirizzate dai dettagli forniti dai testimoni, anche loro marocchini. Coloro che hanno assistito alla scena hanno parlato di tre uomini che hanno inseguito la vittima e lo hanno picchiato. Secondo le testimonianze, i tre avevano un bastone e un machete. I carabinieri, il machete non l'hanno trovato, hanno però recuperato sul posto un falcetto e successivamente hanno trovato il bastone vicino all'abitazione di uno degli aggressori. Comunque, C.A. non ha riportato gravi ferite procurate con armi da taglio.

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(Il falcetto ritrovato dai carabinieri)

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(Il bastone ritrovato dai carabinieri)

Le testimonianze più importanti per i militari sono state le descrizioni dettagliate degli aggressori e dell'auto con cui sono scappati. I testimoni hanno anche fornito anche una parte delle cifre e delle lettere della targa. Da questi dettagli, i carabinieri di San Bonifacio sono risaliti al possessore dell'auto e hanno messo sotto sorveglianza la sua casa. Ed è stato proprio lì che gli operatori hanno bloccato i tre aggressori.

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(L'auto degli aggressori)

Tra le ipotesi sul movente dell'aggressione è circolata anche qualle di un regolamento di conti nell'ambito del traffico di stupefacenti. Ipotesi debole, visto che i tre aggressori sono incensurati e quindi non hanno alcun precedente penale legato al mondo della droga.
L'ipotesi più plausibile, su cui però sono ancora in corso gli accertamenti dei carabinieri, è che uno degli aggressori si sia voluto vendicare, perché riteneva che C.A. avesse rotto il parabrezza dell'auto di un suo parente.

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(Il parabrezza rotto dell'auto di un parente di uno degli aggressori)

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