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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Poliziotti arrestati a Verona, il questore: «Non possiamo consentire che questa triste vicenda possa minare il rapporto di fiducia con i cittadini»

Sono attesi per la settimana prossima gli interrogatori di garanzia nei confronti degli agenti arrestati. Nel frattempo il questore Massucci ha richiamato l'attenzione sull'importanza del «ruolo e del senso del dovere» per chi indossa la divisa

«Professionalità, cortesia, rigore». Sono queste le tre parole che da qualche mese affiancano il sigillo apposto sulle comunicazioni ufficiali della questura di Verona. Ed è probabilmente proprio da qui che dovranno ripartire gli agenti della polizia di Stato nel capoluogo scaligero, dopo le rivelazioni emerse dall'inchiesta che vede coinvolti 5 poliziotti delle volanti arrestati ed altri 17 agenti indagati. Nelle scorse ore alcuni organi di stampa hanno pubblicato anche delle immagini che costituirebbero dei frame tratti dalle riprese video effettuate dalla squadra mobile, nel corso delle indagini, all'interno del cosiddetto "acquario", ovvero la sala dalle pareti trasparenti dove verrebbero solitamente condotti i fermati durante i controlli. È qui che, secondo le accuse, sarebbero avvenuti i presunti maltrattamenti. Mercoledì prossimo saranno proprio i poliziotti arrestati a dover spiegare alla procura della Repubblica di Verona, durante gli interrogatori di garanzia, cosa effettivamente accadesse in quegli spazi della questura.

Gli episodi, che risulterebbero essere sette, delle presunte violenze contestate sarebbero stati commessi in un periodo di tempo abbastanza lungo, circa otto mesi a partire dallo scorso luglio. Uno dei legali che assiste un poliziotto agli arresti domiciliari, parlando all'agenzia Ansa, avrebbe spiegato di aver potuto esaminare ieri, per la prima volta, i file video e fotografici depositati dalla pubblica accusa, confermando che sarebbero gli stessi pubblicati da alcune testate giornalistiche. Lo stesso legale avrebbe quindi specificato che «gli accertamenti saranno lunghi e complessi».

Nel frattempo a parlare è stato anche il nuovo questore Roberto Massucci, trasferito nel mese di aprile da Livorno a Verona al posto della dott.ssa Ivana Petricca. In una lunga intervista pubblicata quest'oggi sul quotidiano L'Arena, il questore Massucci ha detto, con riferimento alle scorse ore, che «sono stati tre giorni durissimi in cui abbiamo affrontato una pagina nera che si fonda su fatti gravissimi», ribadendo inoltre «l'esigenza di andare verso una totale e assoluta trasparenza». Lo stesso questore Massucci ha poi precisato che «si tratta di fatti che vengono ascritti ad alcune persone», ovvero «comportamenti che saranno valutati in sede processuale». Questo poiché, in virtù del sacrosanto principio della presunzione d'innocenza di ciascuno, il questore Massucci ha sottolineato che «in un contesto di civiltà giuridica, quello che conta è l'esito».

Resta, tuttavia, la constatazione del difficile momento che la polizia di Stato sta attraversando in questa fase, a fronte di pesanti accuse che, seppure doverosamente dovranno essere circoscritte ed, eventualmente, comprovate e riferite in forma esclusiva in capo ai presunti responsabili, nondimeno espongono l'istituzione stessa ad una luce di penombra che, con tutta evidenza, non sta certo giovando alla sua reputazione. Un problema che parrebbe essere ben presente anche nella mente nel questore Massucci, il quale nella già citata intervista ha anche rivelato di aver fatto intervenire un «pool di psicologi» con l'incarico di sviluppare ed elaborare, con «tutto il personale» della questura, i «principi sacrosanti capisaldi della consapevolezza del ruolo e del senso del dovere». 

Una preoccupazione che parrebbe emergere anche all'interno di una lettera che, secondo quanto riportato da TgVerona, lo stesso questore Massucci avrebbe indirizzato agli appartenenti della «grande famiglia» della polizia di Stato. In tale missiva, il questore avrebbe infatti spiegato di aver «vissuto le prime ore successive all'applicazione delle misure cautelari con personale profondo dispiacere come quando in una famiglia un fratello o una sorella compiono atti sbagliati che ledono in maniera pesante la famiglia stessa».

Al tempo stesso, il questore Massucci avrebbe poi rivolto un invito a tutti gli agenti della polizia affinché «noi tutti insieme non dobbiamo consentire, che questa triste vicenda - la quale nel tempo avrà la sua verità processuale - possa minare il rapporto di fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni grazie a tutti coloro che ogni giorno servono con disciplina e onore e ai valori che i nostri caduti ci hanno gridato con forza quel giorno, in quel momento, in quel luogo in cui stavano morendo indossando l'uniforme della Polizia».

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