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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Acque Veronesi avviata verso una patrimonializzazione di 100 milioni

La società scaligera in questo momento difficile deve ricapitalizzarsi e per questo rinserra le file, proponendo ai soci di conferire reti ed impianti del servizio idrico integrato

"Acque Veronesi affronta la situazione di precarietà legata alla transizione imposta dalle nuove regole sul servizio idrico integrato ed alle conseguenti difficoltà di accesso al credito rinserrando le fila. Tanto da aver proposto ai Comuni e alle loro società, fra le possibili mosse da attuare a breve, l’acquisizione delle reti e degli impianti del servizio idrico integrato al patrimonio della società consortile”. Così Massimo Mariotti, il presidente di Acque Veronesi, anticipa le iniziative che sta prendendo la società consortile del servizio idrico integrato.

ASSEMBLEA FONDAMENTALE -  Sono questi, d’altro canto, i temi che sono stati trattati nell’assemblea di Acque Veronesi che si è svolta venerdì 21 dicembre ed ha avuto la partecipazione di circa l’80 per cento dei soci. Alla base di ogni approfondimento è stata la considerazione che (come peraltro è stato confermato anche dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Aeeg, che ora gestisce la regolazione e la vigilanza in materia di acqua e ne determina anche le tariffe) il servizio idrico integrato ha bisogno di un elevato livello di investimenti. Se è ormai un dato conclamato che il sistema tariffario da solo non è più sufficiente a reggere l’importanza degli investimenti necessari a garantire un servizio adeguato, tanto che sarà necessario in prospettiva pensare a nuove forme di finanziamento pubblico, come i “water bond”, c’è però una situazione contingente da affrontare. Il 19 dicembre scorso, infatti, l’Aato non ha potuto approvare il nuovo piano tariffario, quello che verrà applicato nel 2013, perché non rientra più nelle sue competenze. A breve, quindi, entrerà in vigore il Metodo tariffario transitorio, che nella sua formulazione attuale premia le società con maggiori capitali. D’altro canto le nuove regole dettate dall’accordo “Basilea 2” impongono alle aziende requisiti minimi di capitale molto più elevati che in passato per poter accedere ai finanziamenti. E l’Autority spinge verso l’aggregazione di soggetti patrimonialmente più forti proprio perché ci sia un migliore accesso al credito.

MOMENTO CRITICO - “A fronte di questa situazione – aggiunge il presidente Mariotti - Acque Veronesi, che attualmente non ha capitali importanti, ha davanti tre vie. Ottenere garanzie da Regione, finanziarie regionali o altri enti pubblici territoriali. Poter contare su garanzie dei soci che siano ritenute idonee dagli istituti di credito. Aumentare il proprio patrimonio con il conferimento da parte dei Comuni soci della proprietà delle infrastrutture idriche ad un unico soggetto pubblico: Acque Veronesi. Anche senza rivalutazione, questa scelta permetterebbe ad Acque Veronesi di creare una patrimonializzazione del valore di quasi 100 milioni di euro. Un capitale davvero importante che permetterà alla società, che gestisce il servizio idrico integrato in 73 Comuni, di accedere senza problemi al credito. Un passaggio fondamentale, visto che in questo modo i 12 milioni di opere avviati nel 2012 diventerebbero il doppio nei prossimi 2 anni, mentre invece senza credito il piano degli interventi dovrebbe essere drasticamente ridotto. Proprio a queste situazioni ora verranno dedicati incontri di approfondimento sul territorio, in previsione di arrivare ad una decisione definitiva nel giro di poche settimane”.

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