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Cronaca

A Soave si pensa al futuro dei giovani

Meeting dedicato all'orientamento e ai dibattiti sul mondo del lavoro

Rivedere la legge che vieta le esperienze di lavoro fino a 17 anni, aumentare le tasse universitarie per scoraggiare i "fannulloni" ma nel contempo destinare ad ogni studente una borsa di studio, erogare un contributo comunale per l'affitto a chi vuole uscire di casa e, ancora, promuovere nuove forme di lavoro. Sono solo alcune delle proposte uscite dal Meeting dei giovani di Soave dal titolo "Effetto dinamo. L'esperienze che danno futuro", che si è aperto con il convegno dal titolo "La trasversalità come valore aggiunto delle politiche giovanili".

Al meeting hanno partecipato oltre quattrocento giovani provenienti da tutto il Veneto e che per due giorni sono stati i protagonisti dell'evento, ma anche rappresentanti istituzionali e operatori delle politiche giovanili. I lavori si sono aperti con il saluto di Francesco Gallo, Direttore del servizio famiglia e politiche giovanili della Regione Veneto che ha definito l'appuntamento "un momento di rigenerazione per tornare poi nei nostri territori ricchi di energia positiva". Occasione di cui non ha mancato di parlare anche l'attuale ministro Maurizio Sacconi che ha rilevato come il meeting sia "un importante momento nel quadro delle politiche giovanili in quanto in esso sono state convogliate in perfetta sinergia lo spazio della solidarietà, dell'economia, della formazione, dello sport e dell'innovazione teconlogica".

Parole di ottimo auspicio anche dall'assessore regionale alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi: "Siamo fortemente convinti del fatto che i giovani non siano semplici comparse, ma protagonisti in grado di dare idee e di essere utili alla società. Vogliamo che diventino critici non in senso negativo, ma nel senso etimologico del termine, cioè in grado di dare una valutazione alle diverse situazioni per poter, poi intervenire nel cambiarle".

Il politologo Paolo Feltrin, nell'incontro moderato dal giornalista di Radio24 Emiliano Errico, ha spiegato subito che i giovani sono una minoranza in Veneto: 500mila quelli fra i 15 e i 24 anni, altri 250mila quelli tra i 24 e i 29 anni a fronte di una popolazione veneta di 5 milioni di persone: "Basta pensare, per esempio, che gli over 55 sono due milioni". Il risultato è, per esempio, che nelle politiche sociali si guarda con particolare attenzione agli anziani e ai problemi della non autosufficienza. Feltrin ha sottolineato anche che vanno distinte le politiche rivolte direttamente ai giovani da quelle destinate alle associazioni che, al di là degli indiscussi meriti, rischiano però di rendere meno efficaci le prime. Questo a significare quanto importante è accompagnare le politiche direttamente ai giovani. Feltrin si è spinto anche nella discussione proponendo anche l'ipotesi di una deroga alla legge sul lavoro minorile: "Molti i giovani che, in nome dell'obbligo scolastico, precludono le prime esperienze di lavoro fino a 18-19 anni, quando nel resto dell'Europa a 14 lavorano già per esempio nei fast food, senza che ciò venga confuso con lo sfruttamento minorile: molti di loro saranno un giorno diplomati e laureati", concordano Feltrin e Riccardo Grassi, ricercatore dello Iard, l'istituto che da anni si occupa di ricerche sui giovani. La soluzione? "Se non si vuole abbassare l'età di accesso per tutti, facciamolo almeno per chi è bravo a scuola". E aggiungono: "Chi non ha voglia di studiare deve poter fare altre esperienze. L'apprendistato a 16 anni è una proposta sensata".

Grassi ha ricordato che da un lato i giovani hanno un forte desiderio di farsi sentire, "ma dall'altra parte le istituzioni hanno difficoltà ad ascoltarli e coinvolgerli. Hanno voglia di politica, ma faticano a trovare spazio in un sistema un po' ingessato". Il ricercatore dello Iard invita a non considerare i giovani come "un tutt'uno" perché oggi "ci sono molti modi di vivere la condizione giovanile". E aggiunge: "Bisogna poi superare la concezione che i giovani dialogano solo tra loro. Deve essere dato modo di confrontarsi anche con le istituzioni. Ed esperienze come questa sono un'ottima opportunità".

Tra le proposte lanciate da Feltrin c'è quella di promuovere gli alloggi per i giovani e di agevolare l'uscita di casa sostenendo una parte della spesa dell'affitto. Sul fronte dell'università, invece, il politologo suggerisce di aumentare le tasse, ma dare a tutti una borsa di studio: "Mano a mano che passano gli anni, e quindi la frequenza si allunga, questo contributo dovrà scendere". Sulle difficoltà di trovare un lavoro si sono soffermati tutti gli interlocutori. Lo scrittore Gian Mario Villalta ha sottolineato: "Negli anni il lavoro si è trasformato, ma non sono cambiate la mentalità e il tipo di contratti. Per esempio non si capisce perché si debba essere ancora vincolati a un luogo fisico di lavoro quando ormai si fa tutto via internet. Per molti il lavoro è deludente e frustrante, invece dovrebbe essere il momento di crescita che dà soddisfazioni e un senso alla vita".

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