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Cronaca

La Goletta dei Laghi boccia il Garda: troppo inquinato

I tecnici di Legambiente hanno rilevato ben quattro punti critici nel territorio veneto circostante al lago. Numerosi i corsi d'acqua contaminati da concentrazioni microbatteriche molto elevate.

Si conclude oggi la tappa sul Garda della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna per il monitoraggio scientifico dei maggiori bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati). I dati del monitoraggio scientifico sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente; Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto; Lorenzo Albi, presidente del circolo Legambiente di Verona e Vincenzo Grieco Pullè, coordinatore della rete di raccolta del Coou. Quattro i punti critici rilevati dai tecnici di Legambiente sulla sponda veneta del Garda, di cui 2 inquinati e 2 fortemente inquinati. Sono risultati inquinati i campioni prelevati alla foce del torrente San Severo a Bardolino, in località Punta Cornicello e il campione prelevato alla foce del Rio Dugale dei Ronchi a Castelnuovo del Garda. Fortemente inquinati i campioni prelevati alla foce del Rio Sermana a Peschiera del Garda e alla foce del torrente Gusa a Garda. Fortemente inquinato anche il punto campionato in Trentino a Riva del Garda in località Villino Campi presso la foce del torrente alla confluenza dei torrenti Vareno e Albola.

Negli ultimi 3 anni, dal cambio della normativa che ha reso i parametri sulla balneabilità più permissivi, alcuni punti sono risultati sempre fuori dai limiti di legge. Il torrente Gusa, a Garda, nel 2010 è risultato inquinato mentre negli ultimi due anni la situazione è peggiorata visto che il campione è risultato fortemente inquinato. Malato cronico anche il torrente San Severo a Bardolino, che nel 2010 è risultato fortemente inquinato mentre nel 2011 e nel 2012 è risultato inquinato. Da segnalare il torrente Marra, a Lazise, che risulta essere un piccolo corso d’acqua molto breve che presenta una concentrazione di Escherichia coli di poco sotto i limiti di legge (990 UFC/100ml). Questo punto era risultato fortemente inquinato nel 2010 e nel 2011. A Castelnuovo del Garda, la foce del torrente Rio Dugale dei Ronchi è risultata inquinata nel 2010 e nel 2012 mentre è risultato entro i limiti di legge nel 2011. Su segnalazione dei cittadini, grazie al servizio Sos Goletta, i tecnici hanno campionato il lungolago davanti al parco giochi in località Cisano a Bardolino e la spiaggia in località San Felice a Torri del Benaco che sono risultate entro i limiti di legge. Quest’anno, durante il monitoraggio del Garda, è stato effettuato un ulteriore prelievo sul canale che sbocca dal depuratore nel comune di Peschiera del Garda, che più a sud sfocia nel fiume Mincio. I valori riscontrati sono stati di circa 24.500 ufc/100ml per gli Escherichia coli e 2210 ufc/100ml Enterococchi intestinali, concentrazioni che testimoniano una forte contaminazione microbiologica dimostrando l'inadeguatezza del sistema di depurazione calibrato circa per 330 mila abitanti/equivalenti, quando nel periodo estivo si concentrano circa 15milioni di presenze. Sulla sponda lombarda del Garda, sono risultati fortemente inquinati i campioni prelevati alle foci del canale nei pressi della spiaggia a Salò e il torrente nei pressi del porto di Padenghe, mentre è risultato inquinato il torrente San Giovanni a Limone del Garda.

“I punti inquinati confermano una situazione critica per alcuni punti del nostro lago - commenta Lorenzo Albi, presidente del circolo Legambiente di Verona - Imbarazzante è la condizione del torrente Marra a Lazise che, in pochi metri del suo corso all’interno del nucleo urbano, ha riportato la presenza di carico inquinante anche se per poco entro i limiti di legge. Nelle precedenti edizioni era risultato, invece, fortemente inquinato; un dato che fa riflettere sul collettamento delle abitazioni nel centro cittadino. Inoltre, il Garda ogni estate vede la presenza di milioni di turisti che vanno a gravare pesantemente sul sistema di depurazione dei comuni che dovrebbero adeguarsi al carico antropico proprio per tutelare l’immenso patrimonio che il lago rappresenta. Ma il sistema fognario non è l'unica nostra preoccupazione. La costa gardesana da troppi anni è preda di un’urbanizzazione selvaggia e sproporzionata, oltre che della privatizzazione degli accessi al lago che non ci stancheremo mai di denunciare; crediamo che sia necessario e urgente regolare questa situazione attraverso normative chiare e non interpretabili, per evitare gli scempi a cui abbiamo dovuto assistere fino ad ora”

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