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Agsm-Aim, passi avanti per la fusione: si attende l'ok da Verona e Vicenza

Le due aziende hanno consegnato ai rispettivi comuni il protocollo d'intesa che porterà alla nascita di una nuova realtà industriale e che i Consigli dovranno approvare entro il 30 settembre

Agsm Verona e Aim Vicenza hanno consegnato ai rispettivi Comuni il protocollo d'intesa per la fusione delle due società, che porterà alla nascita di una nuova realtà industriale. Lo hanno comunicato mercoledì pomeriggio i sindaci di Verona e Vicenza, insieme al presidente di Agsm e al direttore generale di Aim.
Il protocollo, accolto dalla Giunta di entrambe le città ad inizio giugno, dovrà essere approvato dai due Consigli comunali entro il 30 settembre.

L’operazione porterebbe alla nascita del quinto gruppo italiano delle mutiutilities e al più grande polo del Nord Est. Verrebbe infatti a crearsi un'unica nuova società di 2250 dipendenti, con un fatturato di 1 miliardo 100 milioni di euro e un margine operativo lordo di 132 milioni di euro, con l'ambizione di raggiungere nel 2020 ricavi per 1 miliardo e 280 milioni e un margine operativo lordo pari a 176 milioni di euro.

Il protocollo fissa il concambio in 57,5 per cento per Agsm e 42,5 per cento per Aim, fatta salva la possibilità di acquisto di Acque Veronesi da parte del Comune di Verona che porterebbe a 57,8 per cento la pesatura di Agsm e a 42,2 per cento quella di Aim. Il dossier, che stabilisce garanzie sui contenziosi pregressi e sulle operazioni straordinarie nel periodo di transizione, definisce nel dettaglio l'assetto di governance della Capogruppo. La nuova società sarà retta da un consiglio di amministrazione formato da cinque membri: il presidente espresso da Verona (con deleghe in ambito legale, societario e delle relazioni esterne), il vicepresidente di nomina vicentina (con delega all'auditing), un consigliere di Verona e due amministratori delegati, espressione rispettivamente delle due proprietà.
Il piano di riorganizzazione, che dovrà essere approvato dal consiglio di amministrazione a maggioranza qualificata, dovrà garantire il presidio del territorio e una distribuzione delle risorse umane che preservi i posti di lavoro e la prossimità alla residenza.

La sede legale sarà a Verona e le sedi operative rimarranno a Verona e Vicenza.
A Verona spetteranno produzione elettrica, illuminazione pubblica, smart city e tutte le funzioni centrali e servizi quali approvvigionamenti, appalti e progettazione. Vicenza si occuperà di ambiente, distribuzione e vendita di gas ed energia, informatica e altri servizi.
Il protocollo, infine, stabilisce le linee strategiche e i principi guida dell'operazione di fusione delle due società che conserveranno entrambe il proprio brand, simbolo di storie ultracentenarie. La fusione punterà alla difesa e allo sviluppo del presidio nel territorio di riferimento, allo sviluppo del business e di nuovi progetti di aggregazione, ad una crescita focalizzata sui core business aziendali in modo bilanciato tra regolato e mercato, alla valorizzazione degli investimenti sul territorio, al miglioramento degli standard di qualità, alla salvaguardia dei livelli occupazionali, alla condivisione delle migliori prassi operative e alla quotazione in borsa.

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