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Fusaggine o Berretto del Prete: bella e pericolosa, si trova anche da noi

Dal bel colore rosso è splendida in questo periodo

Ai margini del bosco o nelle siepi, possiamo ancora ammirare la pianta della Fusaggine, detta anche Berretta del Prete per la forma dei suoi frutti bellissimi, che sono però velenosi. Questo arbusto, chiamato comunemente Berretto del prete o Fusaggine, cresce nei boschi misti di latifoglie ma lo si può trovare anche in Pianura Padana e diffuso nei boschi misti di latifoglie e nelle siepi, da noi sopratutto a Monteforte d'Alpone.

Le caratteristiche 
La sua caratteristica principale sono i frutti che maturano in autunno e inverno e ricordano per la forma il copricapo dei cardinali. Iniziano con un colore rosa antico per poi intensificarsi con l'arrivo dei primi freddi, creando un contrasto netto tra il fucsia della capsula e l'arancio dei semi al suo interno. Le bacche durano sul ramo fino a gennaio ed è bellissimo utilizzato nelle ghirlande.

Usi e Tradizioni
Il legno della Fusaggine veniva usato per la produzione dei “fusi” per la lana, da cui l’altro nome comune della pianta. Il legno ha un gradevole odore di mela. In passato si usava in molti campi, essendo duro e flessibile al contempo, era largamente impiegato nella fabbricazione degli archi, per piccoli lavori di intarsio, si facevano stuzzicadenti, forme per il burro o pani di spezie, aghi per lavori a maglia, cavicchi, o cannelli di pipe. Conosciuto anche dai liutai, con il suo legno venivano realizzati gli archetti per strumenti ad arco. Con i rami giovani, opportunamente carbonizzati, si ottenevano (e tutt’ora reperibili nei negozi di Belle Arti) i carboncini per disegnatori/pittori. Il carbone ottenuto bruciando legno di Fusaggine era “ingrediente” per la preparazione della polvere da sparo, inoltre dalla pianta è possibile anche estrarre un olio che, in passato, veniva utilizzato per la produzione di saponi.

Pericoli e Avvertenze
Nonostante il suo aspetto piacevole, i frutti sono tossici come la corteccia e le foglie. Questa pianta è velenosa per l'uomo, solo gli uccelli la possono mangiare, fa male anche alle capre che digeriscono tutto. I frutti, molto particolari nella forma, 4 o 5 purgano violentemente una persona adulta, provocando forti dolori addominali persistenti e vomito. Alcuni alcaloidi presenti nei tessuti producono effetti cardiaci che possono portare ad arresti o infarti e quindi alla morte. L'uso interno è quindi fortemente sconsigliato ma, per uso esterno, il decotto delle foglie è efficace contro le parassitosi cutanee (pidocchi, afidi, etc).
Nell'uso agricolo si adoperava per farne bagni agli animali scabiosi ed anche come emetico e purgante ma restano pochi i depositari di queste antiche conoscenze che vanno quindi irrimediabilmente perdute.

Cibo per gli uccelli d'inverno
Proprio in questi periodi di freddo in cui le fonti di cibo sono scarse, il nutrimento offerto dagli arbusti diventa fondamentale: Biancospino, Viburno, Fusaggine, Frangola e Sanguinella risultano importanti alleati per molte specie di passeriformi come il Pettirosso, Cinciallegra, Capinera e Codibugnolo che frequentano con vorace appetito i margini a siepe dei nostri boschi dove trovano in abbondanza bacche e semi degli arbusti.

La Fusaggine, con la sua storia ricca e le sue caratteristiche uniche, rimane un arbusto affascinante e misterioso. La sua bellezza contrasta con la sua natura velenosa, rendendola un soggetto di grande interesse e cautela.

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