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Tagli record al Catullo: restano a casa 235 dipendenti

Per salvare lo scalo veronese la delibera del Comune prevede un drastico ridimensionamento del personale, ancora più pesante di quello ipotizzato inizialmente. Pioggia di critiche dalle opposizioni

Continua la lotta dell'aeroporto Catullo per restare a galla. Dopo i primi accordi per il rifinanziamento a luglio, oggi arriva la “mazzata”. Per far restare operativo lo scalo veronese, infatti, sembra che si renderà necessaria una drastica riduzione del personale.

I LICENZIAMENTI - Su 410 dipendenti assunti a tempo indeterminato il piano di rilancio prevede una riduzione del personale a 175 posti di lavoro. Il taglio dei posti risulta più pesante di quello inizialmente illustrato, che prevedeva invece il mantenimento di 190 posti di lavoro, più 90 a tempo determinato da impiegare durante i periodi di lavoro più intenso. La riduzione a 175 unità dovrebbe far risparmiare circa 10 milioni di euro. Primi nella lista dei tagli sono i 235 dipendenti di Avio handling, dato che la società sarà messa in liquidazione perché giudicata antieconomica, e a decidere del loro futuro sarà la prossima società di gestione. Ma sono ritenuti in esubero anche 30 dipendenti della Catullo, che attualmente dà lavoro a 160 persone. All'aeroporto bresciano di Montichiari resteranno invece 40 lavoratori per i quali si chiederà la cassa integrazione.

PROVVEDIMENTI E REAZIONI - Questo è quanto riporta la relazione allegata alla delibera di adesione del Comune di Verona, socio al 6,9 per cento della società di gestione, all'aumento di capitale approvato ieri in commissione bilancio. La delibera che mette a disposizione dell'aeroporto un milione e 46mila euro, su un totale di 15 milioni, e che domani approderà in aula, è passata con il voto favorevole di lista Tosi e Lega e l'astensione di Pd, Sel e Movimento 5 stelle. Per le opposizioni scaligere, infatti, l'aeroporto è una struttura “necessaria per l'economia del territorio” e la scure che sembra essersi abbattuta sui dipendenti dello scalo non può che essere un disastro per il mercato del lavoro scaligero. Per quanto riguarda invece la precedente gestione dell'aeroporto, l'assessore alle partecipate Enrico Toffali sottolinea una volta di più che “spetterà ai soci avviare un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex presidente Bortolazzi”. Intanto viene reso noto che la Camera di Commercio sopperirà, acquisendo tutto l'inoptato, alle quote che altri soci, Province di Brescia e Mantova e Camera di Commercio di Brescia, non verseranno o verseranno in parte per i vincoli del patto di stabilità, come la Provincia scaligera. 

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